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IMU terreni agricoli: aliquota a 7,6 per mille per tutti? Quasi

IMU terreni agricoli

Nuova IMU terreni agricoli, manca meno di una settimana alla scadenza del termine per pagare il tributo relativo al 2014: il 10 febbraio è infatti la data stabilita per l’adempimento del dovere fiscale in materia di terreni. Ma quanto dovranno effettivamente pagare i contribuenti?

Per comprendere la risposta è necessario citare un paio di provvedimenti: mediante la risoluzione 2 diffusa questa settimana dal dipartimento Finanze viene fornito un  chiarimento rilevante in merito alle nuove regole messe nero su bianco nel decreto legge 24 gennaio 2015, n. 4, il decreto approvato dal Governo che ha modificato i parametri identificativi dei contribuenti.

In linea di massima i proprietari di terreni chiamati a pagare il tributo dovranno effettuare i calcoli in base all’aliquota standard del 7,6 per mille (come previsto nella Legge di Stabilità); ma esiste un’eccezione per quei terreni collocati nei Comuni abbiano deciso “aliquote specifiche” su misura per i terreni.

L’aliquota è quindi “specifica” solo se deliberata “ad hoc” per i terreni, altrimenti il riferimento deve essere riportato al parametro standard del 7,6 per mille.

Per ulteriori informazioni in materia leggi l’articolo IMU terreni agricoli: l’elenco dei Comuni in cui bisogna pagare.

Il tema è rilevante e riguarda praticamente tutti i Comuni in cui deve essere pagato l’IMU terreni agricoli: infatti normalmente le delibere comunali stabiliscono una serie di aliquote su misura (ad esempio per le case concesse in comodato) e poi assegnano l’aliquota “ordinaria” (tendenzialmente al 10,6 per mille) agli “altri immobili”. All’interno di questa categoria rientrerebbero anche i terreni compresi dentro l’ambito applicativo dell’IMU dopo la recente modifica delle regole: tuttavia, per attenuare l’impatto della novità, la Legge di Stabilità chiede appunto che l’aliquota sia “specifica”.

Per capire se devi pagare o no consulta l’elenco semplificato dei Comuni per l’IMU terreni agricoli.

Pertanto l’IMU terreni agricoli sarà caratterizzata in questa scadenza dalla aliquota al 7,6 per mille, con qualche eccezione in alcuni Comuni.

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Rischio accatastamento selvaggio: i tecnici si scagliano contro il caos

i tecnici si scagliano contro il caos

I professionisti tecnici si scagliano contro quello che può essere icasticamente definito come caos spacciato per semplificazione: questa la sintesi estrema di quello che sta accadendo in questi giorni con riferimento alle polemiche provocate dallo spot televisivo del Governo sulle misure di semplificazione edilizia contenute nel Decreto Sblocca Italia.

I professionisti tecnici insorgono
A scattare per primi sono stati proprio i rappresentanti degli addetti ai lavori, da Confedertecnica al Consiglio nazionale dei Geometri e Geometri laureati, passando per i vari Consigli nazionali degli ordini: il presidente del CNGeGL, Maurizio Savoncelli ha prontamente inviato una lettera al presidente del Governo Matteo Renzi e ai responsabili dei dicasteri e delle commissioni parlamentari delle finanze e del tesoro per sottolineare i potenziali rischii che lo spot contiene.

Il polverone si è sollevato con riferimento ad una specifica questione: ovverosia ad un passaggio dello spot governativo nel quale si afferma che le variazioni catastali a seguito di interventi edilizi di ristrutturazione saranno effettuate automaticamente dal Comune nel quale insiste l’immobile oggetto dei lavori. Tale misura è appunto contenuta all’art. 17, comma 1, lettera c), punto 3) dello Sblocca Italia.

“Si tratta di uno spot che fornisce informazioni illusorie e sbagliate, raccontando una realtà ancora in divenire e sulla quale diversi sono gli aspetti che contestiamo”, afferma Calogero Lo Castro, presidente di Confedertecnica, raggiunto telefonicamente dalla redazione di Ediltecnico (leggi qui l’intervista integrale).

Procedure catastali: un potenziale caos senza precedenti
Ancora più duro è Mauro Savoncelli del CNGeGL: a suo parere, invece che semplificare le procedure catastali tale previsione potrebbe generare un caos senza precedenti. “Il timore per l’introduzione di questa norma – spiega Savoncelli nella lettera inviata al Governo – è di provocare un disallineamento dei dati con conseguenti ritardi nell’aggiornamento della banca dati catastale e l’inopportuna vanificazione delle disposizioni sulla dichiarazione in catasto dei fabbricati non censiti”. In seconda battuta, gli 8mila Comuni italiani sarebbero attrezzati per affrontare ciò? A parere dei Geometri la risposta è evidentemente negativa.

In ulteriore istanza, osservando il tema dall’angolo visuale dei professionisti tecnici, emerge anche la necessità di tutelare la categoria delle libere professioni: le operazioni di accatastamento, infatti, sono da sempre un’attività seguita dai professionisti. Insomma, tramite queste misure si configurerebbe l’ennesimo schiaffo alla categoria delle professioni tecniche.

Per altre notizie riguardanti i professionisti tecnici consulta la nostra Pagina tematica sulle Professioni.

La visione degli Architetti
Nel famigerato spot governativo si afferma inoltre che grazie alle misure contenute nello Sblocca Italia, per qualsiasi lavoro di ristrutturazione edilizia sarà necessaria soltanto la comunicazione al Comune della fine lavori da parte del committente, senza prevedere la presenza e la consulenza di un professionista tecnico abilitato. Un messaggio inaccettabile secondo Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti: “Per come è elaborato lo spot sembra quasi che il cittadino possa fare tutto autonomamente, ma non è così. La legge prevede un progetto e, quindi, un professionista che lo firmi. Poi si dice di inviare tutto online, ma dove? Nel mondo dei sogni, visto che i Comuni attrezzati sono pochissimi. Insomma, un vero pasticcio. E la delusione dei cittadini sarà enorme”.

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Docfa 4.00.2 e il catasto fabbricati

Ignazio Milazzo , 2013, Maggioli Editore

L’acronimo DOCFA non è altro che l’abbreviazione di Docu­mento Catasto FAbbricati. Sono passati ben quattordici anni da quando uscì la prima versione DOCFA 1.0 trasmessa agli uffici in data 12 novembre 1996 e l’Agenzia del Territorio ha fatto da allora passi da gigante, creando una banca…

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Stime immobiliari: cosa mettere nel rapporto di valutazione

I contenuti del rapporto immobiliare

In occasione dell’uscita del suo Stime immobiliari: fondamenti e casi professionali, abbiamo chiesto a Massimo Moncelli, esperto di estimo ed economia immobiliare, quali sono le voci da inserire nel rapporto di stima.

“Rispetto alla definizione contenuta negli Standard internazionale”, precisa Moncelli, “preferisco qualificarlo come rapporto di stima e non di valutazione; questo perché parliamo di un documento frutto della conoscenza estimativa, di competenza dei professionisti dell’area tecnica, soggetti cioè in possesso di determinate competenze che scaturiscono da una preparazione tecnico scientifica documentata, che è di per sé la prima garanzia per il committente”.

Stime immobiliari: a cosa servono i rapporti
Sono tre le finalità principali di un rapporto di stima immobiliare:

1. Identificare l’immobile posto a garanzia del finanziamento nelle forme previste dal codice civile

2. Accertare che l’immobile oggetto di stima presenti i requisiti previsti dalla legge per la circolazione giuridica degli immobili

3. Stimare il più probabile valore di mercato, o dei valori diversi da quello di mercato, del bene offerto in garanzia ipotecaria

Di seguito le sezioni che devono essere inserite nel rapporto di stima, ricordando che all’interno del volume Stime immobiliari: fondamenti e casi professionali un intero capitolo è dedicato alle tecniche di redazione dei rapporti di valutazione con l’analisi puntuale e i chiarimenti voce per voce.

Identificazione dell’immobile
L’identificazione esatta dell’immobile è necessaria, soprattutto nel caso di stime immobiliari per il credito al fine di realizzare una corretta iscrizione dell’ipoteca (art. 2826 c.c.).

Sono molteplici gli elementi che concorrono alla corretta definizione dell’immobile tra cui (ma non solo) ricordiamo il foglio di mappa, la particella, il subalterno, l’ubicazione, la descrizione e le modalità di accesso, la titolarità, ecc. (ulteriori chiarimenti sono presenti nel volume di Massimo Moncelli).

Descrizione
Si tratta di una parte del rapporto di stima spesso trascurata (a torto) dal professionista. In realtà si tratta del cuore del rapporto estimativo e sul quale occorre investire cura ed attenzione, (ulteriori chiarimenti sono presenti nel volume di Massimo Moncelli).

Misurazione della consistenza
Per misurazione della consistenza si intende la definizione delle quantità, delle categorie e di quant’altro necessario per circoscrivere l’entità fisica dell’immobile (ulteriori chiarimenti sono presenti nel volume di Massimo Moncelli).

Legittimità urbanistica ed edilizia

Limiti e assunzioni

Valutazione
La valutazione è la parte centrale del rapporto di stima che il perito deve presentare in modo chiaro, trasparente e documentato al fine di determinare il valore di mercato dell’immobile in conformità con gli International Valuation Standards.

Ulteriori elementi del rapporto di stima
Gli Standard internazionali e le Linee guida Abi prevedono che il rapporto di stima contenga una serie di informazioni che di seguito (ulteriori chiarimenti sono presenti nel volume di Massimo Moncelli).

Documentazione da allegare
La documentazione allegata al rapporto di stima ne costituisce parte integrante, anche se può essere di tipo variabile a seconda dell’immobile stimato (ulteriori chiarimenti sono presenti nel volume di Massimo Moncelli).

Sottoscrizione del rapporto di stima

8891609960 Stime immobiliari: cosa mettere nel rapporto di valutazione

Stima immobiliare

Moncelli Massimo , 2015, Maggioli Editore

L’estimo immobiliare ha subito negli ultimi anni una profonda trasformazione e un conseguente rinnovamento, dovuto soprattutto alla diffusione degli Standard internazionali di valutazione che hanno imposto un’accelerazione al sistema, anche se contenuto al settore delle stime per…

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Bonus Mobili 2015, il nuovo vademecum da FederLegnoArredo e Federmobili

Bonus Mobili 2015, il nuovo vademecum da FederLegnoArredo e Federmobili

Il bonus mobili vive un altro anno, fino al 31 dicembre 2015, grazie alla proroga concessa dal Governo per sostenere la domanda interna del settore. Le spese per gli arredi e grandi elettrodomestici potranno essere portate in detrazione sul 730 per il 50% e fino a tetto massimo di 10.000 euro.

Come noto il rimborso è legato a interventi di ristrutturazione edilizia, sebbene non sia necessario che le spese per l’acquisto dei mobili siano uguali o inferiori  a quelle sostenute per i lavori edili.

Le associazioni di categoria, FederLegnoArredo e Federmobili in collaborazione con ANGAISA e Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno aggiornato il Vademecum operativo Bonus Mobili 2013-2015 a fini divulgativi.

Scarica il Vademecum sul Bonus Mobili 2013-2015

Si tratta di un agile opuscolo nel quale sono fornite istruzioni pronte all’uso su beneficiari, condizioni per accedere al bonus, beni agevolabili, modalità di pagamento, ecc.

Il vademecum, insieme a molte altre informazioni e chiarimenti, si può scaricare anche sullo speciale Dossier Bonus Mobili ed Elettrodomestici 2015 realizzato dalla nostra Redazione e in costante aggiornamento.

I chiarimenti delle Entrate sul Bonus Mobili 2015
Intanto, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso delle FAQ aggiornatissime sull’applicazione del bonus arredi. In particolare, come abbiamo evidenziato a inizio settimana, sono tre gli elementi da sapere assolutamente:

1. L’agevolazione spetta per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2015: tale proroga è stata introdotta dall’art. 1, comma 47, della Legge di Stabilità 2015).

2. È possibile usufruire delle agevolazioni per lavori di ristrutturazione e per l’acquisto di mobili, anche prima del rogito, a condizione che sia stato stipulato e registrato il contratto preliminare di compravendita, che l’acquirente sia stato immesso nel possesso dell’immobile e che esegua gli interventi a proprie spese.

3. L’installazione dell’allarme, pur dando diritto alla detrazione del 50% per interventi volti alla prevenzione di atti illeciti, non consente di beneficiare anche del bonus mobili.

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Piano 6000 Campanili, altri 100 milioni per 119 piccoli Comuni

Piano 6000 Campanili

Prosegue il piano di tutela infrastrutturale per i piccoli Comuni italiani: sono stati infatti assegnati ulteriori 100 milioni all’interno della cornice del Piano 6000 Campanili, il programma che si pone l’obiettivo di conferire inerzia positiva all’economia locale per opere infrastrutturali di piccola entità (tra i 500mila euro e il milione di euro di valore) nei Comuni che possiedono meno di cinquemila abitanti.

Lo stanziamento si origina dal decreto di attuazione della legge di conversione del Decreto Sblocca Italia firmato in questi giorni dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: per la precisione si tratta di 99,4 milioni distribuiti a 119 Comuni.

Tramite questo terzo stanziamento sale a quota 250 milioni di euro il totale erogato per tale tipologia di interventi e a 293 il numero delle opere finanziate. Gli interventi infrastrutturali finanziati attraverso questo utile strumento riguardano l’adeguamento, la ristrutturazione e la nuova costruzione di edifici pubblici. All’interno di queste macrocategorie sono compresi anche gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, la salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, la realizzazione e manutenzione di reti viarie e infrastrutture accessorie e funzionali alle stesse o di reti telematiche di NGN e wi-fi.

Per ulteriori informazioni in materia leggi l’articolo Do You Remember 6000 Campanili? I finanziamenti sono in Gazzetta.

Inoltre tra le tematiche investite in maniera generale dal Piano 6000 Campanili si collocano le seguenti tipologie di intervento:
– Qualificazione e manutenzione del territorio.
– Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti.
– Riduzione del rischio idrogeologico.
– Riqualificazione ed efficientamento energetico,
– Messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali.

Per maggiori informazioni in merito all’origine del Piano leggi l’articolo 6000 Campanili, ecco i migliori criteri di distribuzione dei fondi.

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Sblocca Italia: gli spot del Governo uccidono la professione tecnica?

Sblocca Italia: gli spot del Governo uccidono la professione tecnica?

Semplificazione edilizia sì, deregulation selvaggia no. Confedertecnica, la confederazione sindacale italiana delle libere professioni tecniche che riunisce i sindacati nazionali di rappresentanza dei tecnici liberi professionisti, accusa il Governo di promuovere in maniera sbagliata le misure di semplificazione edilizia contenute nel Decreto Sblocca Italia.

Una semplice comunicazione per la fine dei lavori, accatastamento automatico (?) delle modifiche eseguita direttamente dal Comune … sono questi i messaggi incriminati, contenuti nello spot a cura della Presidenza del Consiglio, che da qualche giorno viene trasmesso alla radio e in televisione.

“Si tratta di uno spot che fornisce informazioni illusorie e sbagliate, raccontando una realtà ancora in divenire e sulla quale diversi sono gli aspetti che contestiamo”, dice Calogero Lo Castro, presidente di Confedertecnica, raggiunto dalla nostra redazione per capire cosa non è piaciuto dell’iniziativa mediatica del Governo.

Mauro Ferrarini. Come mai così contrariati?

Calogero Lo Castro. Siamo contrariati e dispiaciuti non certo per le semplificazioni edilizie in sé, che sono una buona cosa, ma su un messaggio ingannevole che potrebbe portare a conseguenze gravi, anche per la sicurezza.

Mauro Ferrarini. In che senso?

Calogero Lo Castro. Affermare che d’ora in avanti, grazie alle misure contenute nello Sblocca Italia, servirà per qualsiasi lavoro di ristrutturazione edilizia solo comunicare al Comune la fine dei lavori da parte del committente, senza prevedere la presenza e la consulenza di un professionista tecnico abilitato, significa rischiare che si eseguano interventi che minano l’integrità strutturale degli edifici, mettendo a rischio l’incolumità delle persone.

Mauro Ferrarini. Mi pare di capire che si contesti il messaggio per cui “non serve un tecnico per fare i lavori” …

Calogero Lo Castro. Un messaggio sbagliato e pericoloso. Eseguire lavori di ristrutturazione senza la consulenza di un professionista espone a dei rischi anche gravi. Preoccupa pure il fatto che sia diffusa la notizia che l’accatastamento verrà effettuato automaticamente dal Comune.

Mauro Ferrarini. Sarà proprio così?

Calogero Lo Castro. A parte il fatto che i Comuni italiani non sono assolutamente preparati a offrire un servizio di questo genere, occorre tutelare la categoria delle libere professioni tecniche. Le operazioni di accatastamento, per esempio, sono da sempre un’attività seguita dai professionisti. Si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo alla nostra categoria.

Mauro Ferrarini. Non siete stati sentiti dal Governo?

Calogero Lo Castro. Come Confedertecnica abbiamo chiesto di essere ricevuti dalle commissioni investite della responsabilità di redigere il testo dello Sblocca Italia. Con rammarico devo constatare il totale silenzio del Governo che ha invece voluto audire i rappresentanti delle banche, dell’industria ma non delle libere professioni associate. Siamo convinti che lo Sblocca Italia vada rivisto e torniamo a chiedere di essere ascoltati.

Mauro Ferrarini. Il comune sentire degli osservatori ritiene che il futuro del settore dell’edilizia sia rappresentato dalle micro ristrutturazioni e dagli interventi di riqualificazione energetica del costruito rispetto al nuovo. È d’accordo?

Calogero Lo Castro. Concordo con questa previsione e il medesimo messaggio è stato trasmesso da Confedertecnica ai propri associati e partner. Lo sbocco economico per un settore asfittico e duramente colpito dalla crisi come quello delle costruzioni può essere trovato tramite interventi di riqualificazione energetica del costruito, ma non solo. Non dimentichiamoci la cura del territorio, la tutela dei beni culturali, artistici e del paesaggio. Sono tutte chiavi per sbloccare la situazione, anche se tutto è legato a un’efficace politica che sostenga tutte queste attività.

Mauro Ferrarini. In che modo?

Calogero Lo Castro. Anzitutto bisogna smetterla di considerare il bene “casa” alla stregua di un bancomat sempre disponibile da cui attingere per ottenere risorse. L’alleggerimento dell’imposizione fiscale è quanto mai necessario per tornare a considerare la casa come un bene prezioso e non un fardello insostenibile. Si potrebbe così dare impulso al mercato immobiliare, che langue da anni, e creare occasioni di lavoro non solo per i liberi professionisti, ma anche per tutto l’indotto: PMI e artigiani compresi.

Mauro Ferrarini. Ma ci sono gli incentivi per le ristrutturazioni e per la riqualificazione energetica …

Calogero Lo Castro. … che hanno portato, effettivamente, qualche beneficio al sistema ma che presuppongono una disponibilità economica e finanziaria del potenziale committente che, a oggi, non vedo. Con il lavoro che manca e le numerose tasse, i cittadini hanno l’esigenza di soddisfare in via prioritaria altri bisogni, prima della ristrutturazione e della riqualificazione della propria abitazione.

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Tutte le semplificazioni delle procedure edilizie nel “Decreto sblocca Italia”

Di Nicola Mario , 2014, Maggioli Editore

Continua la semplificazione della disciplina edilizia attraverso l’introduzione di importanti novità con il decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, meglio conosciuto come “Decreto sblocca Italia”, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164.
Il provvedimento…

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Aggiornamento professionale: per i tecnici ecco la formazione interdisciplinare

Aggiornamento professionale tecnici

Professioni tecniche, la nuova frontiera dell’aggiornamento è la rete: la formazione professionale online sta assumendo ormai un aspetto preponderante all’interno del sistema complessivo nel nostro paese. Ma la “prua” dell’innovazione non riguarda solo la tecnologia.

C’è infatti una novità di rilievo in merito a questo tema: d’ora in avanti un corso di formazione obbligatoria per gli iscritti all’albo degli ingegneri sarà utile anche per la formazione di geologi, geometri, architetti o chimici. È infatti in arrivo dalla Rete delle professioni tecniche (RPT, network professionale di cui fanno parte nove categorie, tra cui anche architetti, ingegneri, geologi) un regolamento unificato che consente di offrire agli iscritti una formazione e un aggiornamento interdisciplinare.

Ma qual è l’obiettivo di questo regolamento? Certamente va ravvisato nella comune volontà di sviluppare ed amplificare le sinergie tra le tra le nove professioni tecniche. Il tutto in un’ottica complessiva che mira da una parte a favorire la collaborazione nell’ambito dello svolgimento e dell’organizzazione di attività culturali e scientifiche di interesse comune. E dall’altra ad ottimizzare le risorse, risparmiando in maniera intelligente.

In materia di ultime notizie per i professionisti tecnici leggi anche l’articolo Pos obbligatorio, il credito d’imposta sulle spese non è un miraggio.

A tal riguardo non bisogna dimenticare che è proprio il d.P.R 137 /2012 di riforma degli ordinamenti professionali a prevedere, contestualmente all’ineludibile obbligo di formazione professionale ( con annesso sistema dei crediti), la possibilità di stabilire “crediti formativi professionali interdisciplinari tra due o più professioni, su materie in comune”. In tale direzione sono i vari consigli professionali nazionali a definire concretamente il valore dei crediti interdisciplinari mediante regolamenti comuni multilaterali.

È pertanto questa la base normativa che consente alle categorie che fanno riferimento alla Rete professioni tecniche di emanare questo regolamento unico: mutuo riconoscimento delle attività e aggiornamento interdisciplinare sono pertanto i due fondamentali raggiungimenti che affiorano da tale scelta. In tale direzione l’attribuzione del credito formativo seguirà il sistema di formazione dell’ordine a cui fa è iscritto il professionista e non quello della categoria professionale che organizza il corso di formazione.

Che dire, quella contenuta nel nuovo regolamento comune delle professioni pare una scelta corretta sia a livello sostanziale (una formazione interdisciplinare non può che far bene al professionista) sia a livello di opportunità (con maggiori possibilità per i professionisti di essere aggiornati e di acquisire crediti formativi). 

05313 Aggiornamento professionale: per i tecnici ecco la formazione interdisciplinare

Guida alla professione di geometra

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Il manuale, utile supporto della preparazione ottimale agli esami di Stato per l’abilitazione alla professione, è anche un utile strumento di consultazione per la pratica professionale, trattando le varie competenze del geometra sia dal punto di vista teorico che pratico. Tutti…

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Progettare in legno o alluminio, ci sono nuove regole da rispettare

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Sono state pubblicate le nuove norme UNI per progettare in legno e progettare in alluminio. La commissione tecnica Ingegneria strutturale di Uni ha infatti tradotto in italiano e pubblicato la norma UNI EN 1999-1-1 (Eurocodice 9) sulle nuove regole strutturali generali per progettare in alluminio.

L’Eurocodice 9 fornisce requisiti aggiuntivi a quelli contenuti nella UNI EN 1990 sui criteri di progettazione strutturale per quanto riguarda la resistenza, l’esercizio e la durabilità delle strutture di alluminio in edifici e opere di ingegneria civile.

Nuove norme UNI per progettare in legno

Sono state pubblicate anche le norme UNI EN 1995-1-1 e UNI EN 1995-2 (Eurocodice 5) per progettare in legno. La UNI EN 1995-1-1 fornisce le regole generali e le regole di progettazione specifiche per gli edifici. Essa si applica alle strutture in legno massiccio, segato, piallato o sotto forma di pali, legno lamellare incollato oppure prodotti strutturali a base di legno, per esempio LVL, pannelli a base di legno, uniti con adesivi o meccanicamente.

La norma UNI EN 1995-2 tratta la progettazione degli elementi strutturali per progettare in legno i ponti in legno, o a base di legno, abbinati al calcestruzzo-acciaio o ad altri materiali.

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Schermature solari, la pergola con il tessuto ad arrotolamento: XTESA di KE

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KE, azienda specializzata in schermature solari, presenta XTESA, una pergola innovativa con il tessuto ad arrotolamento anzichè a pacchetto. Grazie a questa particolarità si adatta ad essere installata anche in ambienti architettonici estremi raggiungendo notevoli sporgenze con pendenze contenute. Il tessuto arrotolato garantisce la massima illuminazione comparandola con l’ingombro del pacchetto nella pergola. XTESA è protetta da Brevetto Europeo e Modello Ornamentale.

I plus di XTESA sono:

– Struttura a moduli affiancabili senza limitazione di misure in larghezza;
– Tenuta all’acqua garantita dal sistema Zip e guarnizioni laterali;
– Tensionamento telo elettronico;
– Resistente al vento;
– Minimo ingombro a parete (220mm x 380mm);
– Pendenza ridotta (min. 7°);
– Assenza profili di sostegno del telo;
– Velocità di installazione.

XTESA e tutte le novità firmate KE saranno presentate durante la prossima edizione di R+T di Stoccarda: hall 1 – stand D72.

www.keitaly.it

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SanMarco Terreal, nuovi investimenti per lo stabilimento a Castiglion Fiorentino

SanMarco annuncia il nuovo piano di investimenti della Casa Madre Terreal nello stabilimento italiano di Castiglion Fiorentino. L’investimento, unico in Italia nel settore dei laterizi, riguarda la linea produttiva di mattoni e tegole per aumentare la gamma e poter raggiungere livelli prestazionali ancora più performanti.

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La linea produttiva SanMarco Terreal a Castiglion Fiorentino

 

Si concretizza tra la fine del 2014 e i primi mesi del 2015, l’investimento di 2,5 milioni di Euro di Terreal, multinazionale leader mondiale nella produzione di laterizi con stabilimenti in Italia, Francia, Spagna, Malesia, Stati Uniti, nella sua branca italiana, SanMarco-Terreal Italia, e precisamente nell’unità produttiva di Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo, rafforzando la propria presenza in Italia.

L’investimento riguarda l’ammodernamento della linea produttiva attraverso l’accorpamento dei due impianti (produzione di tegole e produzione di mattoni) e la sostituzione di alcuni macchinari con altri di nuovissima generazione. In particolare nella linea di prelavorazione che sarà comune alle due linee produttive di mattoni e tegole, verranno introdotte macchine in grado di effettuare una laminazione più raffinata ed efficace; nella fase di essicazione si passerà da un essiccatoio rapido ad un essiccatoio statico che costituisce una garanzia di ottima qualità con i vantaggi di una essicazione lenta e controllata e l’introduzione di un supporto customizzato per ogni prodotto. Anche il forno, la zona più delicata ed importante del ciclo di produzione, sarà interessato dai lavori di ammodernamento. Tra le caratteristiche più significative spiccano le caselle in refrattario ad “U” e un controllo di qualità unitario sul singolo prodotto. Per quello che concerne l’imballaggio verrà ridotto a 6 pezzi l’imballo delle mazzette rispetto agli attuali 9/10 pezzi per ridurre il peso e aumentare la sicurezza in cantiere.

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Di fatto l’operazione, unico investimento nel settore dei laterizi in Italia, è volta a ridurre la capacità produttiva.

Non è un paradosso – afferma il dott. Fernando Cuogo, direttore generale di SanMarco Terreal Italia – dimezziamo, fermando definitivamente un forno, una capacità produttiva rigida ed eccessiva a vantaggio di una maggiore flessibilità produttiva verso nuovi formati e nuove colorazioni soddisfacendo anche richieste provenienti dai mercati esteri. L’obiettivo è sempre quello di proporre nuove soluzioni e sistemi per il tetto e la parete, in terracotta, ma che devono rispondere alla domanda di maggior qualità, modernità ed eco-sostenibilità”.

Infatti sono indubbi i vantaggi a livello di incremento delle performance relative a tutti i prodotti: impermeabilità, resistenza al gelo, resistenza meccanica, stabilità dimensionale con assenza di deformazioni, tra le caratteristiche che porteranno la qualità dei prodotti SanMarco verso livelli irraggiungibili dalla concorrenza.

Dopo quasi un decennio di contrazione continua che ha portato in Italia il settore dei laterizi a perdere mediamente oltre due terzi del proprio mercato, SanMarco-Terreal inverte la rotta e propone nuove soluzioni per contrastare la crisi: l’obiettivo di SanMarco Terreal, da storico riferimento del settore dei laterizi è di diventare riferimento del più ampio settore delle costruzioni ed in particolare delle costruzioni globali.

Inoltre si accentua ulteriormente la vocazione europea e mondiale di SanMarco che, con un respiro nuovo, affida all’export una parte integrante del suo business e ad un processo di internazionalizzazione che coinvolge non solo l’apertura di nuovi mercati, ma anche la ricerca ed il confronto su prodotti e linee globalizzate e dedicate a differenti aree geografiche.

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Fernando Cuogo, direttore generale di SanMarco Terreal Italia

 

Non proponiamo tegole e mattoni – continua il dott. Fernando Cuogo: proponiamo soluzioni globali per il tetto e per la parete, dai pacchetti completi per le coperture, alle tegole piane, alle pareti ventilate a secco, alle nuove declinazioni per forma e nuance della terracotta per il faccia a vista come il Maax, , al sistema ThermorealSM , primo esempio di pannello prefabbricato con finitura in mattoni, ai rivestimenti sottili da incollare “ linea Decor ”, ai pavimenti in terracotta.

Del resto le analisi e le previsioni evidenziano due tendenze che SanMarco Terreal ha saputo interpretare: da una parte la riduzione dei volumi richiesti a vantaggio di soluzioni abitative più performanti, sicure ed ecosostenibili e, dall’altra, l’incremento della quota di recupero del patrimonio immobiliare fortemente degradato o non in regola dal punto di vista della sicurezza e delle nuove normative sul risparmio energetico. La domanda principale quindi si concentra sul recupero del costruito e, a seguire, sul nuovo di qualità. Ecco perché SanMarco Terreal orienta gli investimenti in questa direzione per poter rispondere a tono alla nuova domanda, proponendo nuovi sistemi e soluzioni che diano valore estetico, qualità e livello prestazionale agli edifici.

Inoltre solo attraverso la proposta di sistemi e soluzioni evolute e innovative si può creare del valore aggiunto e della marginalità in un settore un po’ depresso. E solo la creazione di marginalità permette lo sviluppo e gli investimenti che consentiranno a SanMarco Terreal di essere, come lo è da oltre quarant’anni, un riferimento in Italia e all’estero per il costruire in modo responsabile, appropriato, salubre e sostenibile.

Conclude Cuogo: “Le nuove proposte sono già nel mercato e nel corso del 2015 ne arriveranno altre. L’investimento a Castiglion Fiorentino ci permette inoltre di essere più presenti e più competitivi nel mercato del Centro e del Sud con una gamma completa: a partire dalla prossima primavera la nostra offerta sarà tra le più ricche che si possano trovare nel mercato italiano. Ma in aggiunta a questo, la nostra sfida principale è però di completare un percorso che segna un cambiamento fondamentale: da azienda produttrice di laterizi ad azienda-partner dei progettisti e dei costruttori. Il nostro messaggio che si chiama “Terreal 2020” è volto a pensare soluzioni costruttive che coniughino efficienza energetica e ambientale arricchendo il valore estetico e la modernità del fabbricato. L’idea è dunque di costruzioni responsabili, moderne, rispettose dell’ambiente, salubri e confortevoli per chi ci vive.”

www.sanmarco.it

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