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Il biogas per la microgenerazione diffusa: gestione, uso e prospettive

Il biogas per la microgenerazione diffusa: gestione, uso e prospettive

La possibilità di usare fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia termica ed elettrica attraverso la microgenerazione diffusa, rappresenta attualmente una delle prospettive di più rilevante interesse per l’efficientamento energetico dell’edilizia esistente e delle arre urbana consolidate; in questo scenario un contributo significativo potrebbe essere offerto dalla produzione e dall’uso in edilizia del biogas.

Lo sfruttamento del biogas offre infatti un’alternativa alle attuali alimentazioni a combustibile fossile, capace per questo motivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dalle politiche europee entro il 2050.

Il biogas concede la possibilità di gestire la filiera del rifiuto, che è oggi considerato ancora largamente uno scarto, come una risorsa. Il trattamento infatti in digestione anaerobica dei rifiuti organici, i cosìddetti bio waste, prodotti dai residenti e dalle attività del quartiere, permette di produrre biogas a fini energetici. Oltre a trasformare uno scarto in risorsa, la produzione di biogas è ancor più interessante considerando la sua facilità di stoccaggio e la sua produzione non soggetta a variabilità stagionale, caratteristiche non tipiche delle altre fonti rinnovabili.

Queste qualità rendono il biogas una fonte rinnovabile estremamente stimolante per una sua produzione e un suo sfruttamento nei contesti urbani. Mentre infatti oggi gli impianti a biogas sono prevalentemente situati in prossimità di complessi agricoli e di allevamento, una loro diffusione a livello urbano potrebbe produrre un cambiamento culturale e sociale contribuendo a sviluppare la sensibilità sulle tematiche della sostenibilità energetica.

Una corretta gestione della Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano – FORSU e dell’impianto cogenerativo, contribuiscono infatti a stimolare la partecipazione della cittadinanza nella produzione del biogas a fini energetici.

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Biogas nella microgenerazione diffusa: il ciclo del rifiuto

Già numerose esperienze internazionali hanno sviluppato sistemi di produzione a biogas in questa direzione. Dalle piccole realtà rurali dei Paesi asiatici con in testa Cina, India e Bangladesh, passando per l’Africa, è però attraverso lo studio delle best practice in Europa che gli impianti a biogas mostrano il loro potenziale, giusitificando i motivi di interesse per una loro larga diffusione e sviluppo in contesti urbani.

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Un esempio di impianto per il trattamento del biogas nell’ambito della microgenerazione diffusa si trova nel quartiere Hammarby Sjostad a Stoccolma

Realtà urbane come Köln-Stammheim a nord di Colonia, Jomala in Finlandia, Hammarby Sjostad a Stoccolma, dimostrano infatti come lo sfruttamento del rifiuto per la produzione di biogas permetta di sviluppare strategie di integrazione con altre fonti rinnovabili, di cooperazione pubblico-privato per la realizzazione degli impianti, di abbattimento dei costi di rifornimento degli edifici.

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Biogas per la microgenerazione diffusa: l’impianto di Köln-Stammheim a nord di Colonia

La capacità di trasformare uno scarto, il rifiuto organico, in una risorsa energeticamente sostenibile, rende il biogas capace di una rivoluzione smart, energetica, tecnologica, sociale e culturale, oggi in corso.

Articolo di Alessandro Pracucci (Architetto, PhD student) e Theo Zaffagnini (Architetto, PhD, Professore Associato di Tecnologia dell’Architettura, Università di Ferrara)

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Energia da biogas

Silvana Castelli, Samuele Segato , 2014, Maggioli Editore

La realizzazione e la pianificazione della filiera del biogas per la produzione di energia elettrica, termica o di biocarburante come il biometano, grazie al sostegno delle politiche europee, è oggi di grande interesse e può favorire lo sviluppo di nuovi settori produttivi.
Il volume…

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SISTRI: è il caso di allungare il regime transitorio delle sanzioni?

SISTRI

Allungare il regime transitorio di sospensione dell’apparato sanzionatorio per l’inadempienza agli obblighi del SISTRI. È una proroga al 31 dicembre 2015 quella richiesta da Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio presso la Camera dei deputati, attraverso una nuova interrogazione sul Sistri alla fine della scorsa settimana. Si tratterebbe in sostanza di mantenere in vita il vecchio sistema di sanzioni tuttora in vigore.

La proposta parte da un assunto chiaro: “Come evidenziato anche da numerosi atti di sindacato ispettivo da me presentati – afferma Realacci – il SISTRI non ha centrato gli obiettivi per i quali è nato. Tanto che il ministro dell’Ambiente ha annunciato che nel 2015 si procederà a una nuova gara per l’attivazione di un nuovo sistema di tracciabilità che sostituirà il SISTRI”.

Per tutte le informazioni in materia consulta l’articolo SISTRI, ecco i video tutorial per utilizzarlo al meglio.

Ermete Realacci spiega in maniera scrupolosa le ragioni di tale richiesta: “In attesa che si arrivi al nuovo sistema, piccole e medie imprese rischiano però di incappare nelle multe previste per il mancato rispetto degli obblighi derivanti dal SISTRI. Proprio per rispondere ai ritardi e alla farraginosità del sistema, il decreto Milleproroghe – ricorda Realacci – ha posticipato fino al 31 dicembre, fatta eccezione per alcune categorie, l’applicazione dell’attuale regime cartaceo di tracciabilità dei rifiuti e del relativo regime sanzionatorio. Mentre le multe per la mancata applicazione delle prescrizioni del Sistri scatteranno dal giorno successivo, ovvero con il primo gennaio”.

L’idea è quella di salvaguardare il sistema delle piccole medie imprese: “Sarebbe ragionevole e di buon senso per non danneggiare tale sistema, come chiedono molte organizzazioni di categoria e come chiedo con una interrogazione ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, – queste le parole letterali di Realacci – prorogare la sospensione del regime sanzionatorio per l’inadempienza agli obblighi del SISTRI fino al 31 dicembre 2015, data di scadenza del sistema, o almeno fino al compimento del nuovo bando, allungando al contempo la valenza del sistema sanzionatorio ora in vigore”.

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Recupero dei rifiuti e procedure semplificate

Busà Massimo, Cimellaro Antonino , 2014, Maggioli Editore

Nella vasta normativa in tema di rifiuti un posto preminente occupano le procedure semplificate che sono state oggetto nel tempo di svariati interventi giurisprudenziali e legislativi tra i quali ultimi si segnalano le disposizioni inserite, nel corpo dell’art. 216 del D.Lgs. 152/2006, dal…

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Ecobonus 65%: c’è la conferma definitiva nella Legge di Stabilità

Legge di Stabilità 2015

Legge di Stabilità 2015, ci siamo quasi: la difficile transizione al Senato è avvenuta con una seduta fiume nella notte tra venerdì e sabato (con la conclusione avvenuta alle 4,30 del mattino). Tra questa sera e domattina è previsto l’ok della Camera, per la definitiva approvazione del fondamentale strumento normativo che va a disciplinare molteplici ambiti dell’ordinamento italiano. In questo momento la Legge di Stabilità è al vaglio della commissione bilancio a Montecitorio.

Due le misure fondamentali in materia di edilizia e fiscalità che interessano da vicino i lettori di Ediltecnico.it: la conferma dei bonus per i lavori in casa (bonus 50% ristrutturazioni ed Ecobobnus 65% per la riqualificazione energetica) e blocco delle aliquote TASI al fine di contenere il peso della tassazione sulla prima casa nel 2015. Andiamo ad osservare questi temi più da vicino.

1. Bonus ristrutturazioni e riqualificazione energetica
Viene confermato nel testo del provvedimento il credito di imposta per i lavori di recupero abitativo e di efficientamento energetico ai livelli massimi rispettivamente del 50% e del 65% per tutto il 2015. Si tratta di una delle misure della Legge di Stabilità destinate a produrre certamente crescita in un settore dell’edilizia che non riesce per il momento ad uscire dalle sabbie mobili della crisi. La misura è stata prorogata proprio a causa della buona applicazione della stessa nell’anno e mezzo appena trascorso. La novità rilevante apportata dal passaggio alla Camera (il testo in questa parte non è stato modificato al Senato) è la conferma dell’incentivo nel 2015 al livello del 65% anche per i lavori di prevenzione antisismica che già godevano di questo beneficio lo scorso anno, ma erano stati riportati al livello del 50% dal disegno di legge di stabilità varato dal governo. Una battaglia fondamentale della commissione Ambiente e del suo presidente Ermete Realacci.

2. Contenimento TASI 2015
Il blocco della TASI contribuisce a non far salire la quota della tassazione sulla prima abitazione al di sopra di una determinata soglia: si tratta del tetto del 2,5 per mille che dovrebbe valere (salvo sorprese dell’ultim’ora) anche per tutto il 2015. A partire dal 2016 dovrebbe poi nascere il nuovo tributo unificato sulla casa, la Local Tax. Ma per definire i margini disciplinari di questo tributo c’è tempo ci sarà tempo più avanti.

Per l’ufficialità delle misure occorrerà comunque aspettare domani con il passaggio finale a Montecitorio.

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Settimana bianca, quanto costano 7 giorni in affitto in montagna?

Affitto casa in montagna

Settimana bianca, my love! Gli italiani sentono la crisi ma non mollano l’abitudine della settimana bianca. Con questo weekend cominciano ufficialmente le vacanze di Natale e allora effettuiamo un breve excursus sul tema degli affitti delle case di montagna. A rendere palese l’assunto di apertura è il tasso di sfitto elaborato dall’ufficio studi di Casa.it, ovverosia la percentuale di appartamenti non affittati nei mesi di gennaio e febbraio in base alle prenotazioni che sono già effettuate.

Affitto: la situazione generale tra gennaio e febbraio
“In linea generale quasi il 100% dell’offerta risulta già prenotato almeno per due settimane, sia a gennaio che a febbraio – si affermava sul Sole 24Ore questa settimana attraverso una analisi proveniente dall’ufficio studi di Casa.it – mentre le settimane più ricercate sono le due iniziali di febbraio seguite dall’ultima di gennaio e di febbraio”. Gli appartamenti che ricevono meno richieste di affitto sono nell’80% dei casi quelli di maggiori dimensioni (oltre sei posti letto) nelle località più care dell’arco alpino. L’assorbimento maggiore riguarda sempre le località più conosciute e frequentate in cui il costo massimo settimanale si aggira intorno ai 1400 euro a settimana (intorno ai 200 euro al giorno) per appartamenti con massimo quattro posti letto.

Gli effetti della crisi
Nel frattempo chi possiede una casa in montagna sceglie sempre più spesso di utilizzarla al fine di ammortizzare almeno in parte le ingenti tasse e le necessarie spese di manutenzione che gravano su una seconda casa (oggi un bene di assoluto extralusso secondo il fisco), mentre chi non ha una abitazione da vacanze cerca generalmente un affitto a costi accessibili. È questo il trend prevalente per quello che riguarda il tema degli affitti nel nostro paese in questo trapasso di 2014.

Il range degli affitti: da Ponte di Legno a Cortina
Ma ecco qualche cifra per capire in effetti a quanto ammontano i costi per l’affitto settimanale nelle località di montagna. Per un appartamento da quattro persone l’affitto settimanale transita in genere da un minimo di 400 euro (a gennaio a Bormio, Ponte di Legno, Cesana torinese) ad un massimo di 1800-1900 euro (ovviamente le regine Courmayeur e Cortina nel mese di febbraio) passando per i 1000 euro di Canazei e i 1200 di Madonna di  Campiglio (in alta stagione, sempre nel mese di febbraio). È questo il range di prezzi in cui ci si imbatte se si è alla reicerca di una abitazione in affitto in montagna nella stagione invernale.

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Semplificazioni in edilizia: arriva l’ok ai modelli per CIL e CILA

Semplificazioni in edilizia

Sono stati approvati nella giornata di ieri i modelli unici semplificati per la comunicazione di inizio lavori (CIL) e la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) per gli interventi di edilizia libera. Si tratta di uno “step” decisivo, effettuato in anticipo sui tempi dalla Conferenza unificata proprio tramite l’approvazione di ieri. Con questa decisione concreta si inaugura in maniera netta la fase di decollo dell’attuazione dell’Agenda per la semplificazione 2015-2017.

I due modelli nascono dal nuovo metodo di lavoro inaugurato proprio mediante tale Agenda: collaborazione tra Governo, Conferenza dei presidenti delle Regioni, ANCI unito al coinvolgimento delle associazioni del mondo imprenditoriali e degli ordini professionali.

Come si afferma nel comunicato stampa emesso dal portale ufficiale della Funzione Pubblica “Il nuovo modulo CILA unifica e razionalizza quelli in uso negli ottomila Comuni Italiani e dà attuazione alle semplificazioni del decreto Sblocca Italia. Per gli interventi edilizi di manutenzione straordinaria che non riguardano le parti strutturali degli edifici – compresi l’apertura di porte e lo spostamento di pareti interne, gli accorpamenti e i frazionamenti – è sufficiente una semplice comunicazione che può essere compilata in pochi minuti dall’interessato e asseverata da un professionista”.

Leggi anche l’articolo Moduli unici semplificati: una novità all’insegna della responsabilità.

Il modello CIL potrà invece essere utilizzato per alcuni interventi particolari come ad esempio le opere temporanee, l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici e la pavimentazione degli spazi esterni degli edifici.

Il complessivo procedimento per la semplificazione della disciplina edilizia consta di ulteriori importanti novità introdotte grazie allo Sblocca Italia: per approfondire in maniera tecnica il tema Maggioli Editore propone il volume Tutte le semplificazioni delle procedure edilizie nel “Decreto Sblocca Italia”, scritto dal nostro esperto collaboratore, l’Arch Mario Di Nicola. Un percorso ragionato attraverso le molteplici innovazioni in materia edilizia che impegnano i settori tecnici delle amministrazioni comunali, i tecnici della progettazione ed esecuzione dei lavori, le imprese e i cittadini interessati alla realizzazione degli interventi edilizi.

Ora Regioni e Comuni avranno 60 giorni per adeguarsi: il processo per portare avanti il percorso delle semplificazioni in edilizia pertanto prosegue. Mentre il prossimo passaggio del grande percorso di semplificazione quale sarà? Per l’immediato futuro tutto è pronto per l’adozione del modello per l’autorizzazione unica ambientale e della SuperDIA.

Scarica qui il modello per la CIL e il modello per la CILA: a partire da oggi tutti i Comuni italiani sono tenuti ad utilizzarli.

07386 2 Semplificazioni in edilizia: arriva l’ok ai modelli per CIL e CILA

Tutte le semplificazioni delle procedure edilizie nel

Mario Di Nicola , 2014, Maggioli Editore

Il Decreto Sblocca Italia apporta molteplici innovazioni in materia edilizia e nei relativi endoprocedimenti che impegnano i settori tecnici delle amministrazioni comunali, i tecnici della progettazione ed esecuzione dei lavori, le imprese e i cittadini interessati…

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Permesso di costruire nel condominio: installazioni sul lastrico solare

Permesso di costruire condominio

Il permesso di costruire in sanatoria per un impianto di radiotelecomunicazioni installato sul lastrico solare (in comune) di un condominio richiede il necessario assenso di tutti i condòmini? A questa domanda ha risposto una recentissima sentenza del TAR Puglia (sez. II Lecce, sent. n. 3050 del 10 dicembre 2014).

Analizzando un risalente orientamento giurisprudenziale, i giudici amministrativi pugliesi hanno deciso che qualora l’impianto di radiotelecomunicazioni esista da decenni e non vi sia prova che lo stesso possa pregiudicare l’uso ed il godimento del lastrico solare da parte degli altri condomini, allora non è necessario l’assenso di tutti i condòmini dell’edificio.

Secondo l’importante orientamento giurisprudenziale preso in esame dal tribunale amministrativo pugliese (incarnato in parte dalla Cassazione civile nella la sentenza n. 5517 del 5 giugno 1998) “né l’assemblea dei condòmini né il regolamento da questa approvato possono vietare l’installazione di singole antenne ricetrasmittenti, in quanto in tale modo non vengono disciplinate le modalità di uso della cosa comune, ma viene ad essere menomato il diritto di ciascun condomino all’uso del tetto di copertura, incidendo sul diritto di proprietà comune dello stesso”.

Per orientarsi con certezza all’interno della articolata materia inerente alla richiesta di permesso di costruire da parte di condomini comproprietari, Maggioli Editore consiglia il volume Il permesso di costruire richiesto da soggetto diverso dal proprietario, scritto da Antonella Mafrica e Mario Petrulli, esperti consulenti nell’ambito del diritto degli enti locali.

Proseguendo nell’analisi della sentenza, ai sensi dell’art. 1102 c.c. “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto…”: nel caso specifico, in assenza di prova che l’impianto possa pregiudicare l’uso e il godimento del lastrico solare da parte degli altri condomini o impedisca loro di installare antenne o impianti simili, i giudici hanno ritenuto illegittimo il diniego di sanatoria motivato esclusivamente con l’assenza del consenso degli altri condomini.

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Il permesso di costruire richiesto da soggetto diverso dal proprietario

Mario Petrulli, Antonella Mafrica , 2014, Maggioli Editore

Il nostro ordinamento consente, a certe condizioni e con limiti più o meno rilevanti, il rilascio del permesso di costruire anche a soggetti diversi dal proprietario ed aventi una relazione qualificata con l’immobile sul quale dovrà essere eseguito l’intervento edilizio: l’usufruttuario,…

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Commercio illegale di legno: regolamenti FLEGT ed EUTR

Commercio illegale di legno: regolamenti FLEGT ed EUTR

Circa il 20% dei gas a effetto serra è causato dal degrado e dallo sfruttamento irresponsabile delle foreste, che sono fonte di numerosi benefici ambientali, economici e sociali, tra cui la produzione di legno e di prodotti forestali non legnosi, primi fra tutti la carta, e l’offerta di servizi ambientali essenziali per l’umanità, quali la conservazione della biodiversità e delle funzioni ecosistemiche, nonché la tutela del sistema climatico.

Dato l’aumento della paesi produttori di legname, il disboscamento illegale e il connesso commercio di legname ottenuto illegalmente sono divenuti problemi sempre più preoccupanti. Il disboscamento illegale è un problema diffuso che suscita notevoli preoccupazioni a livello internazionale; esso contribuisce inoltre alla desertificazione e all’erosione del suolo e può aggravare i fenomeni meteorologici estremi e le inondazioni.

La lotta al disboscamento illegale nel contesto del regolamento dovrebbe contribuire in modo economicamente vantaggioso agli sforzi dell’Unione per l’attenuazione dei cambiamenti climatici e dovrebbe essere considerata complementare all’azione e all’impegno dell’Unione nel contesto della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Il 30 ottobre 2014 è stato firmato il decreto legislativo n.178, in vigore dal 25 dicembre 2014, che attua la disciplina operativa per la lotta al commercio illegale di legno ai sensi dei regolamenti 2173/2005/Ce e 995/2010/Ue.

I regolamenti 2173/2005/Ce e 995/2010/Ce sono noti con come FLEGT (Forest Law Enforcement, governance and trade) ed EUTR (European Union Timber Regulation). Quello del 2005 istituisce un sistema di licenze per le importazioni di legname nell’Unione europea ed è attuato con regolamento 1024/2008/Ce. La licenza FLEGT attesta la conformità del legno alle normative vigenti.

Il regolamento del 2010 diretto a operatori e commercianti che trattano legno e derivati provenienti sia da paesi Ue che extra-Ue, contiene misure per contrastare il commercio di legname e di prodotti del legno tagliati illegalmente attraverso obblighi e divieti.

Più severità e controlli sul commercio illegale di legno, sanzioni penali rigorose e vigilanza affidate a Ministero Politiche agricole e Forestale. Il Decreto legislativo n.178 del 2014 emanato su delega della legge di delegazione Ue 96/2013, attua una disciplina complessa e onerosa, istituisce la “Consulta FLEGT” che coinvolge soggetti pubblici e collettivi nell’attuazione delle disposizioni, prevede sanzioni severe per chi commercia legno senza licenza, istituisce gli operatori tramite apposito registro e prevede che il Ministero Politiche agricole sia l’Autorità competente in materia.

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Abusi edilizi, niente sanatoria con le foto di Google Earth

Abusi edilizi, niente sanatoria con le foto di Google Earth

Produrre foto tratte dal servizio Google Earth per sanare un abuso edilizio non serve. Almeno questo è quanto hanno recentemente stabilito i giudici amministrativi del TAR Campania (Napoli) con la sentenza n. 6118 del 27 novembre scorso.

Il TAR ha confermato la decisione di un’amministrazione comunale, la quale aveva respinto una domanda di sanatoria edilizia avente ad oggetto la realizzazione di due porticati per il ricovero delle auto e di un muro di confine con apertura di un accesso carrabile sulla pubblica via.

Gli abusi edilizi erano stati accertati dalla Polizia municipale e successivamente il Comune aveva ingiunto la demolizione dei manufatti, dopo averle poste sotto sequestro.

Il privato, ricorrendo al TAR, aveva dichiarato che le opere erano state costruite dopo l’entrata in vigore dell’art.4 della legge regionale n. 19 del 2009 e successive modifiche e proroghe (c.d. “Piano casa” Campania).

L’onere di fornire la prova dell’epoca di realizzazione di un abuso edilizio, hanno scritto i giudici amministrativi, incombe sull’interessato, e non sull’amministrazione, la quale, in presenza di un’opera edilizia non assistita da un titolo che la legittimi, ha solo il potere-dovere di sanzionarla ai sensi di legge e di adottare, ove ricorrano i presupposti, il provvedimento di demolizione.

Il privato ha portato a dimostrazione del fatto che le opere erano state costruite dopo l’entrata in vigore del Piano Casa delle foto tratte dal servizio Google Earth.

Ma i giudici non hanno ritenuto che i rilevamenti tratti da Google Earth prodotti in giudizio “possano costituire, di per sé ed in assenza di più circostanziati elementi che la ricorrente non ha fornito, documenti idonei comprovare l’esecuzione dell’intervento successivamente alla data di entrata in vigore della legge regionale sul Piano Casa”.

Questo anche perché, in considerazione della provenienza del rilevamento di Google Earth, si ponevano dei legittimi dubbi sull’epoca delle immagini visualizzate. Infatti, per impostazione predefinita Google Earth “visualizza le immagini di qualità migliore disponibili per una determinata località”, con la precisazione che “a volte potrebbero essere visualizzate immagini meno recenti se sono più nitide rispetto a quelle più recenti

Anzi, rimarcano i giudici “dalla documentazione prodotta dalla difesa dell’ente resistente emerge che la ricorrente non solo ha proceduto all’edificazione in assenza del necessario titolo edilizio ma, successivamente al sequestro del 28 gennaio 2011, sono state realizzate, con violazione dei sigilli apposti, ulteriori opere in prosecuzione dell’abuso (posa in opere di piastrelle sul terrazzo); tale circostanza, a prescindere da ogni ulteriore considerazione, concorre a fondare un apprezzamento negativo dei flebili elementi addotti”.

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Regime dei Minimi: nel 2015 3mila euro in meno per i tecnici under 40

Regime dei Minimi: nel 2015 3000 euro in meno per i tecnici under 40

Il Regime dei Minimi sarà un vero e proprio Pacco di Natale, soprattutto per i liberi professionisti dell’area tecnica under 40, il cui reddito disponibile annuo diminuirà di 3.000 euro nel corso del 2015. Questo dato drammatico emerge da una simulazione condotta da Confprofessioni Lazio, la Confederazione italiana delle libere professioni, sui dati forniti dall’associazione nazionale delle casse di previdenza private (Adepp).

Stiamo parlando di un incremento della tassazione sui redditi dell’ordine del +500%: un’enormità.

Con il nuovo regime dei minimi delineato nella Legge di Stabilità 2015 in approvazione al Senato, si legge in una nota di Confprofessioni “a parità di reddito i professionisti under 40 passeranno da un’aliquota media del 5% ad una del 22,48% per l’area tecnica, del 23,77% per l’area economico-sociale, del 24,58% per l’area sanitaria e del 25,11% per l’area giuridica”.

I redditi medi dei professionisti under 40 censiti dall’Adepp, infatti, si attestano su livelli compatibili con l’attuale regime dei minimi (30.000 euro) ma ben al di sopra dei limiti previsti dal nuovo regime (15.000 euro).

Esaminando nel dettaglio la parte della simulazione relativa ai professionisti tecnici, emerge che su un reddito medio ipotizzato di 18.000 euro, se nel 2014 si pagavano di Irpef/sostituto d’imposta 900 euro, con il nuovo regime dei minimi nel 2015 si arriverà a sborsare oltre 4.000 euro con un aggravio di circa 3.000 euro.

Su base mensile questo significa che se prima un giovane tecnico aveva nel 2014 uno stipendio medio di 1.400 euro, nel 2015 dovrà far quadrare i conti del proprio bilancio con meno di 1.200 euro.

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La simulazione di Confprofessioni Lazio sulla riduzione dei redditi dei liberi professionisti under 40 con il nuovo regime dei minimi in vigore dal prossimo anno

“È evidente che l’inasprimento dei limiti per accedere al regime dei minimi previsto per autonomi e professionisti – commenta Andrea Dili, Presidente di Confprofessioni Lazio – spingerà inevitabilmente fuori dal mercato oltre 300 mila giovani professionisti. Non si comprende – conclude Dili – perché mentre a parole il Governo dichiara di voler puntare su giovani, competenze e qualificazione professionale, nei fatti si finisce per affossare proprio uno dei comparti più giovani, innovativi e dinamici del mercato del lavoro italiano”.

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