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Stabilità 2016: il pacchetto casa è una manna o un bluff?

Stabilità 2016

Quella del 2016 sarà ricordata come la Manovra della scomparsa della tassazione locale sulla abitazione principale: un rilievo probabilmente più simbolico che altro. Ma tant’è: l’efficacia degli interventi programmati passa anche per rilievi comunicativi e simbolici. E il fatto che a partire dal 2016 sparisca la TASI sulle abitazioni principali (compresa la “quota inquilini” dovuta dall’occupante non proprietario che utilizza l’immobile come prima casa) assume una valenza rilevante. L’imposta ovviamente rimane (sommata ad un IMU al 4 per mille) sulle abitazioni signorili, case storiche e ville.

Il concetto di abitazione principale amplia la sua dimensione: entra in questa categoria la casa assegnata al coniuge dopo separazione legale. Assimilati anche gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa assegnate ai soci studenti universitari, anche in assenza della residenza anagrafica, gli alloggi sociali e le unità non locate dei dipendenti delle Forze armate.

Ok all’esenzione IMU e TASI per le abitazioni concesse in comodato ai parenti di primo grado in linea retta (figli e genitori): le condizioni sono che il contratto sia registrato, che il comodante possieda al massimo un altro immobile, adibito a propria abitazione principale e che sia nello stesso Comune.

Scarica qui il testo integrale della Legge di Stabilità aggiornato al 19 dicembre (in attesa dell’approvazione finale prevista per oggi).

Interessante anche l’inserimento, nel testo definitivo della Legge di Stabilità, del leasing immobiliare (o “locazione finanziaria”). Si tratta di una forma contrattuale solitamente utilizzata per acquistare le automobili che ora invece va toccare anche il settore immobiliare. Diviene pertanto più semplice, oltre che più conveniente sotto l’aspetto fiscale, comprare casa con il leasing piuttosto che con il tradizionale mutuo.

Ma come funziona il leasing immobiliare? Si tratta di un interessante strumento che consente a chi non ha sufficiente denaro per acquistare casa, di chiedere che ad effettuare l’acquisto sia una società di leasing o un istituto bancario. Queste ultime, dopo il rogito dell’immobile, concedono poi l’immobile in uso al soggetto interessato all’acquisto tramite una sorta di affitto, a fronte del pagamento di un canone periodico (una specie di canone di locazione). L’attività di leasing viene esclusivamente riservata alle società finanziarie e agli istituti bancari, iscritti in appositi elenchi della Banca d’Italia.

Leggi anche l’articolo Legge di Stabilità 2016, 1 miliardo per scuole e periferie.

Ma quale efficacia possiede davvero il pacchetto di misure sulla casa contenuto nella Legge di Stabilità 2016? A rispondere è l’autorevole voce di Saverio Fossati sulle pagine del Sole24Ore di ieri: “Forse meno utile è l’abolizione della TASI sull’abitazione principale (che in fondo è una questione ideologica), mentre le seconde case restano un peso morto per chi vuole venderle, a causa degli elevati oneri fiscali: in media costano più del doppio dell’abitazione principale. Si spera che un incentivo alle compravendite venga dalla nuova figura del leasing immobiliare prima casa, che raddoppia la convenienza rispetto al vecchio mutuo e rappresenta un’evoluzione rispetto al rent to buy, di fatto mai decollato. Considerando anche i provvedimenti minori come il bonus mobili per le giovani coppie, la detraibilità dell’IVA pagata al costruttore su case in classe energetica A e B e la possibilità di vendere la prima casa entro un anno dal nuovo acquisto senza penalità, le possibilità di una ripresa della prima casa sono, se non concrete, almeno possibili”.

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Consumo di suolo: cosa cambierà nel 2016, con le Regioni protagoniste

Consumo di suolo

Il 2015 è stato un anno importante nell’importante percorso relativo alla lotta contro il consumo di suolo nel nostro Paese: 7 Regioni (a cui va aggiunta la Provincia autonoma di Trento) hanno delineato un nuovo corpus di regole (rinnovando in taluni casi l’apparato normativo esistente) per contrastare il consumo di suolo agricolo destinato alla costruzione di case, capannoni, impianti sportivi, strade e altre infrastrutture.

Tutto va letto nell’ottica di una preparazione degli enti regionali al rinnovamento dell’ambito tematico che dovrebbe avvenire il prossimo anno attraverso l’approvazione della legge nazionale (di marca governativa) in materia di consumo di suolo. “Una riforma indispensabile che dovrebbe in gennaio ricevere l’approvazione dalla Camera dei Deputati” spiega Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario ai Beni culturali: il testo di legge dovrà ricominciare l’iter al Senato nel nuovo anno, dopo diversi “stop and go” procedurali negli ultimi 16 mesi (culminati con il passaggio, a fine ottobre, del primo esame delle commissioni Agricoltura e Ambiente della Camera).

Per un rapido riassunto delle puntate precedenti su disegno di legge in costruzione leggi l’articolo Ddl consumo di suolo, il famigerato: si riparte e ci si riprova.

La legge statale che prenderà vita nel 2016 incarnerà una tappa fondamentale nel percorso di avvicinamento al traguardo dello stop assoluto al consumo di suolo nel 2050 statuito dall’’Unione europea. Per raggiungere tale obiettivo, il disegno di legge delinea una procedura piuttosto complessa: ad un anno dall’entrata in vigore del provvedimento, il ministro dell’Agricoltura, di concerto con altri ministri, dovrà stabilire con decreto la quantità della riduzione del consumo di suolo a livello nazionale, mediante criteri, a loro volta definiti da Stato, Regioni e Comuni in Conferenza unificata.

I 3 punti cardine del provvedimento sono sintetizzati in questo articolo pubblicato sulle nostre pagine il mese scorso.

I parametri in questione verranno elencati nella legge, ma il numero finale dei chilometri quadrati di suolo da sottrarre all’impermealizzazione si modificherà in base al peso attribuito a ognuno di essi; e potrebbe influire anche sulla ripartizione, affidata anch’essa alla Conferenza unificata, tra le Regioni del contenimento complessivo. A tal fine ogni Regione andrà ad attribuire gli obiettivi di consumo ai singoli Comuni del proprio territorio. Gli obiettivi di riduzione avranno un orizzonte quinquennale sarà necessario valutare se potranno essere corretti in corso d’opera.

Il campo delle norme specifiche portare avanti dalla maggior parte delle entità regionali ha un ampio numero di temi: dalla verifica della mancanza di alternative all’utilizzo di nuove aree agricole fino alla quantificazione di quanto nuovo suolo consumare. Proprio questa è l’opzione scelta dalla provincia di Bolzano con le modifiche apportate nel luglio 2013 alla legge urbanistica provinciale: ogni anno deve essere definito un obiettivo quantitativo della superficie agricola che può essere edificabile.

La possibilità di consumare terreno vergine solo dopo aver accertato che non è possibile utilizzare aree già edificate da riqualificare o sulle quali possono essere realizzate operazioni di sostituzione del patrimonio esistente è la strada scelta per conseguire l’obiettivo del contenimento, oltre che dalla Provincia di Trento, anche da Emilia Romagna e Lombardia.

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Amianto: i consigli per la corretta rimozione e gestione dei manufatti

Amianto

La presenza di amianto o di materiale contenente fibre di amianto sul territorio incarna una problematica storica di particolare rilievo anche nel nostro paese. Il massiccio impiego che si è fatto di questo materiale nel secolo scorso ha causato un alto numero di patologie e purtroppo anche di morti.

La presenza di fibre libere di amianto negli ambienti di lavoro (ma anche negli ordinari ambienti di vita) costituisce un rischio per la salute oramai conosciuto. L’esposizione – per periodi più o meno lunghi a seconda della tipologia del prodotto – a dette fibre può produrre effetti dannosi, gravi ed irreversibili.

Il rilascio delle fibre nell’aria può avvenire anche in occasione di manipolazione dei materiali che le contengono, di una loro lavorazione, oppure spontaneamente. Risulta pertanto fondamentale porre la massima attenzione per la valutazione di situazioni caratterizzate dalla presenza di amianto e per attività che possano disturbare tali materiali al fine di evitare che fibre di amianto si distacchino dalle matrici in cui sono inglobate disperdendosi nell’aria.

In questo senso la rimozione dell’amianto si configura come un’attività che riveste una grande importanza nell’odierno periodo storico: non a caso il legislatore ha approntato anche strumenti incentivanti per la rimozione di tale materiale dagli edifici (presente in pannelli, pavimenti, rivestimenti di camini, tubazioni, lastre di copertura, canne fumarie, serbatoi idrici, guarnizioni stufe, intonaco).

Leggi anche l’articolo Amianto, modalità di rimozione e incentivi per il 2016: guida essenziale.

Tutte le imprese che hanno effettuato o effettueranno interventi di ristrutturazione di fabbricati e capannoni che comporteranno, tra l’altro, la bonifica dell’amianto potranno accedere a un credito d’imposta pari al 50% della somma spesa a tale scopo, a condizione che il costo affrontato per bonificare l’amianto sia pari almeno a 20mila euro. Il credito di imposta è un’agevolazione paragonabile allo sgravio fiscale dettato dalle cosiddette detrazioni fiscali.

Per orientarsi all’interno di questa materia Maggioli Editore presenta l’e-book Amianto: Guida pratica per la gestione dei manufatti: una vera e propria guida (elaborata dall’esperto ingegner Maria Cristina Di Cosimo) idonea a fornire informazioni utili e pratiche per affrontare la gestione dei materiali con presenza di amianto (con particolare attenzione anche alle questioni permessualistiche). Lo strumento è utile sia per gli utenti pubblici che per quelli privati (dagli amministratori di condominio ai proprietari di edifici industriali).

Nell’arco di sette capitoli vengono affrontati in modo chiaro e pratico i diversi aspetti legati alla gestione di questo specifico materiale: dalla normativa di riferimento alle tecniche d’intervento, transitando per la valutazione del rischio, la pianificazione degli interventi e la gestione dei rifiuti contenti amianto.

copertina amianto Amianto: i consigli per la corretta rimozione e gestione dei manufatti

Amianto: Guida pratica per la gestione dei manufatti

M.C. Di Cosimo , 2015, Maggioli Editore

La presenza di amianto o di materiale contenente fibre di amianto sul territorio, a causa del massiccio impiego che ne è stato fatto nel secolo scorso, costituisce una problematica storica di particolare rilievo visto il prezzo che è stato pagato in termini di vite umane…

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Fondi europei ai Professionisti tecnici nella Legge di Stabilità

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La Legge di Stabilità 2016, varata il 19 dicembre, consente ai Professionisti, e dunque anche ai tecnici, di accedere ai fondi strutturali europei. Dopo il via libera della Camera, il presidente della Confederazione italiana libere professioni esprime grande soddisfazione per l’accesso dei lavoratori autonomi ai bandi comunitari.

«Un risultato straordinario che finalmente proietta i liberi professionisti italiani su una dimensione europea» ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. E prosegue: «Non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza per assicurare a tutti i liberi professionisti, senza alcuna distinzione, le risorse necessarie per competere ad armi pari sul mercato dei servizi professionali. Adesso, dobbiamo rimboccarci le maniche perché siamo all’inizio di un percorso che, in linea con gli orientamenti comunitari, supera le distinzioni tra Pmi e studi professionali e ridisegna dalle fondamenta il valore dei liberi professionisti in un contesto economico ancora fragile».

 

Fondi europei ai Professionisti tecnici

Come le Pmi, quindi, i Professionisti potranno accedere ai fondi UE: l’accesso ai piani operativi del Fondo sociale europeo e del Fondo di sviluppo regionale è esteso anche a loro. L’equiparazione è stata sottoscritta in base al fatto che i Professionisti, come le Pmi, esercitano attività economica come da raccomandazione della Commissione UE 2003/361/Ce e da regolamento UE 1303/2013.

Ci saranno soglie di ricavi più alte per accedere al regime forfettario: l’asticella sale da 15mila a 30mila euro e per chi avvia un’attività rientrando nei limiti previsti può sfruttare, per i primi 5 anni, la tassazione al 5%.

Poi, altre due novità:
– ritocco al rialzo delle deduzioni IRAP,
– congelamento dell’aliquota dei contributi al 27% (più uno 0,72% per la maternità) per le partite IVA iscritte alla gestione separata INPS.

«Ora si apre una nuova fase che vedrà Confprofessioni impegnata al tavolo del Comitato con funzioni di sorveglianza per l’attuazione dei Programmi 2014-2020 dell’Agenzia per la coesione territoriale, affinché i professionisti possano beneficiare dei finanziamenti comunitari; al tempo stesso, stiamo lavorando ad una road map per accompagnare i professionisti nella realizzazione di programmi finanziabili nell’ambito dei fondi strutturali europei. Dobbiamo puntare su innovazione, reti tra professionisti, internazionalizzazione e multidisciplinarietà per rilanciare la competitività degli studi in un mercato dei servizi sempre più globalizzato che richiede nuove competenze di elevato contenuto intellettuale» ha ribadito Stella a proposito della conquista dell’ accesso ai Fondi UE per i Professionisti Tecnici nella Legge di Stabilità 2015.

L’Assemblea esaminerà oggi martedì 22 dicembre e, se necessario, domani (23) i disegni di Legge di stabilità e di bilancio, che sono stati prima discussi in Commissione Bilancio lunedì 21. Le Commissioni in sede consultiva hanno presentato i propri rapporti alla 5a Commissione entro le 14 di lunedì 21 dicembre. Alle 16 di oggi è scaduto invece il termine entro il quale potevano essere presentati gli emendamenti.

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Legge di Stabilità 2016, 1 miliardo per scuole e periferie

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Nella Legge di Stabilità c’è un miliardo da investire nella scuola e nelle periferie: 500 milioni per l’edilizia scolastica e 500 per la riqualificazione e il risanamento delle periferie. Questa la novità più interessante per l’edilizia pubblica. Per quanto riguarda le infrastrutture dopo 8 anni crescono gli stanziamenti, i fondi Anas e Ferrovie dello Stato si stabilizzano. Inoltre, il Patto di Stabilità viene superato per la prima volta da 5 anni a questa parte e si utilizza la clausola di flessibilità europea sugli investimenti per velocizzare la spesa in conto capitale: la spesa complessiva disponibile è di più di 11 miliardi per il prossimo anno.

 

Le novità per i Professionisti Tecnici nella Legge di Stabilità

Per il POS professionisti c’è un altro cambio di direzione in quello che si configura ormai come un campo di battaglia. La nuova versione del disegno di Legge di Stabilità per il 2016 ha cancellato le multe inizialmente previste, che partivano da mille euro e salivano fino alla sospensione dell’attività professionale, rimandando la questione ad un momento (e a uno strumento legislativo) successivo.

Da 33 a 91 milioni. I fondi per finanziare attività di progettazione e realizzazione di piste ciclabili e ciclovie sull’intero territorio nazionale, compresi gli interventi di messa in sicurezza della mobilità su due ruote in ambito urbano, triplicano grazie all’approvazione di un emendamento a cui la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha dato “disco verde” questa settimana.

 

Legge di Stabilità 2016, le novità per l’edilizia: scarica il testo

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Gestione e smaltimento rifiuti: dall’anno prossimo cambia tutto (anche la TARI)

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Una transizione rapida dalla attuale tassa sui rifiuti (TARI) ad una tariffa per il servizio reso ai cittadini: sarà l’effetto del passaggio della competenza in materia di rifiuti all’Autorità per energia elettrica, gas e sistema idrico. L’idea è quella di ridefinire la normativa, in modo che sia uniforme per tutto il territorio nazionale e per equipararla a tutti gli effetti a una attività “regolata”, proprio come ora avviene per l’elettricità, il gas e l’acqua.

La gestione e lo smaltimento dei rifiuti si configura senz’altro come uno dei servizi pubblici più complessi e problematici a livello di gestione (con ingente grado di rischio di infiltrazione malavitosa). L’annuncio dell’importante cambiamento è giunto la scorsa settimana a Bologna tramite le parole del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il quale ha preso un impegno davanti alla platea di operatori che si sono ritrovati per un convegno organizzato dal gruppo Hera, leader del settore in Italia: “Opportunamente rafforzata – ha detto Galletti – l’Autorità per l’Energia dovrà arrivare a definire una tariffa, per avere certezza normativa e finanziaria, senza le quali ben si capiscono le difficoltà delle imprese a partecipare alle gare di appalto indette in certe Regioni”.

Leggi anche l’articolo La superficie arriva in visura: più chiarezza anche ai fini della TARI.

La dichiarazione fa evidente riferimento alla differenza di risultati tra Nord e Sud Italia. Regioni come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, con medie attorno al 60% di rifiuti riciclati, hanno già raggiunto gli obiettivi che l’Europa ha previsto per il 2020; al contrario, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia restano sotto la soglia critica del 20%, risultati assolutamente insoddisfacenti.

Leggi anche l’articolo Costo rifiuti: oggi paghiamo il 22% in più rispetto a 5 anni fa.

“Lo smaltimento dei rifiuti – spiega Tomaso Tommasi, presidente del gruppo Hera – è un processo industriale che necessita di investimenti che difficilmente si possono trovare sul mercato senza una regolazione come si deve. In questo modo – ha argomentato il manager – le aziende saranno incentivate a partecipare alle gare che saranno indette nei prossimi anni, contribuendo così alla riduzione del numero degli operatori che in Italia è ancora eccessivo e con dimensioni ben al di sotto della media europea”.

Per approfondire il tema della gestione dei rifiuti consulta il Rapporto ISPRA Rifiuti Urbani 2015, una vera e propria radiografia sull’intero sistema di gestione rifiuti all’interno del Paese

Una prospettiva di cambiamento che investirà, ovviamente, anche i cittadini: il servizio darà più efficiente e l’impatto sulla TARI (o comunque sarà definita la tassa sui rifiuti) sarà inferiore? Le risposte al 2016.

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POS obbligatorio: niente multe nella Legge di Stabilità

pos obbligatorio professionisti

POS professionisti: altro cambio di direzione in quello che si configura ormai come un campo di battaglia. La nuova versione del disegno di Legge di Stabilità per il 2016 ha cancellato le multe inizialmente previste, che partivano da mille euro e salivano fino alla sospensione dell’attività professionale, rimandando la questione ad un momento (ed ad uno strumento legislativo) successivo.

Sarà infatti compito del Ministero dello Sviluppo Economico (tramite un decreto specifico) definire l’importo e le modalità delle sanzioni. Ma sarà presente un limite invalicabile: i professionisti che riusciranno a dimostrare la presenza di una “oggettiva impossibilità tecnica” non saranno obbligati ad accettare pagamenti elettronici con bancomat e carte di credito o debito (rimane tuttavia il dubbio su cosa si intenda per impossibilità tecnica).

Ma cosa accadrà in materia dal 1° gennaio 2016? Diverrà obbligatorio accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo. Fino ad ora è stato applicato solo all’acquisto di prodotti o alla prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro.

Leggi anche POS obbligatorio professionisti: attenzione, arrivano le sanzioni!

Per un riassunto di tutta la vicenda relativa al POS obbligatorio per le attività professionali leggi l’articolo POS obbligatorio professionisti, bastone e carota per renderlo effettivo?

Per conoscere invece tutte le novità contenute all’interno della Legge di Stabilità 2016 per quello che concerne l’edilizia consulta il nostro articolo riassuntivo.

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Anticorruzione e trasparenza: le richieste dei professionisti tecnici

Anticorruzione e trasparenza

Una delegazione congiunta della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e del Comitato Unitario Professioni (CUP) ha incontrato la scorsa settimana il presidente Raffaele Cantone ed il Consiglio Direttivo dell’ANAC per confrontarsi sulla normativa su trasparenza e anticorruzione.

Ecco le dichiarazioni del Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, Armando Zambrano: “L’incontro col Presidente Cantone ed i Consiglieri ANAC è stato molto cordiale e si è svolto con spirito di massima collaborazione reciproca. Ad oggi le regole su trasparenza e anticorruzione restano in vigore. Tuttavia, anche in prospettiva dell’emanazione del decreto di semplificazione di cui all’art. 7 della Legge Madia, saranno a breve rimodulati gli obblighi sulla trasparenza a carico degli Ordini professionali”.

L’incontro era stato richiesto dai rappresentanti del mondo delle professioni al fine di discutere il quadro normativo su trasparenza e anticorruzione, tenendo conto delle specificità delle realtà istituzionali di tipo ordinistico, anche a seguito della sentenza n. 11391 del 24 settembre 2015 da parte del TAR Lazio che aveva confermato l’integrale applicabilità dei relativi obblighi di legge anche agli Ordini e ai Collegi professionali.

“La Rete delle Professioni Tecniche – ha spiegato Andrea Sisti, segretario della Rete – rimane convinta dell’assoluta importanza che l’applicazione dei principi generali in materia di anticorruzione e trasparenza riveste anche per gli organi di autogoverno dei professionisti dell’area tecnica. Tuttavia, nel nostro caso esistono innegabili peculiarità, tra le quali molte piccole realtà sparse per il territorio nazionale per le quali l’applicazione della normativa deve essere molto più semplice”.

Leggi anche l’articolo Riforma Appalti, ok definitivo della Camera: ecco cosa cambia dal 2016.

La Rete evidenzia come, preso atto della necessità di provvedere quanto più efficacemente possibile all’adeguamento degli organi territoriali delle professioni tecniche al quadro normativo di riferimento, congiuntamente al Comitato Unitario Professioni (CUP), ha mantenuto un dialogo costante con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, anche al fine di evidenziare le principali criticità incontrate dagli Ordini e/o Collegi in fase di adeguamento alla normativa e di elaborare possibili soluzioni alle problematiche riscontrate. Gran parte delle proposte presentate, infatti, saranno riportate all’interno del provvedimento correttivo in corso di elaborazione.

La RPT ha posto in essere azioni mirate ad agevolare e velocizzare quanto più possibile l’adempimento dei propri obblighi da parte degli Ordini e Collegi territoriali, in particolare attraverso il rafforzamento del livello di conoscenza della normativa applicabile da parte degli organismi professionali.

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Voucher baby sitter, nel 2016 anche per i professionisti: 600 euro al mese (per 3 mesi)

Voucher baby sitter, nel 2016 anche per i professionisti: 600 euro al mese (per 3 mesi)

Il voucher baby sitter, prorogato nella Legge di Stabilità 2016, aumenta la platea di beneficiarie estendendo il bonus anche alle lavoratrici autonome non parasubordinate (quindi non iscritte alla gestione separata INPS) e alle imprenditrici.

Lo strumento per il sostegno del lavoro femminile, quindi, si apre anche al mondo dei professionisti sebbene per una durata inferiore (la metà), rispetto a quanto valido per le lavoratrici della pubblica amministrazione, delle aziende private.

Nel dettaglio, per queste ultime figure è confermata la proroga del bonus per il baby sitting di 600 euro mensili per 6 mesi (3.600 euro totali). Per le nuove beneficiarie, il periodo è ridotto a 3 mesi per un totale di 1.800 euro.

Ricordiamo che il voucher baby sitter consiste nell’erogazione di un buono lavoro mensile del valore di 600 euro da spendere entro la scadenza indicata in servizi di supporto alla cura del bambino: servizi di babysitteraggio, rette per gli asili d’infanzia anche privati, purché convenzionati.

L’emendamento, accolto nel testo della Legge di Stabilità in discussione alla Camera, è stato presentato dalla deputata della SVP Renate Gebhard secondo cui “lo stanziamento di risorse pari a 2 milioni di euro per il 2016 è una risposta concreta all’obiettivo della pari opportunità della donne nell’accesso al mercato del lavoro e nell’occupazione ed all’esigenza di sostenere il reddito per la maternità e di impedire l’impoverimento del reddito familiare”.

Questa nuova misura si inserisce nel più ampio discorso di maggiori tutele per le libere professioni che troverà compimento nella realizzazione del Jobs Act degli autonomi che prevede, sempre per il sostegno al lavoro delle donne, nuove regole per il congedo di maternità:

– Indennità di maternità sarà erogata alle lavoratrici autonome dall’INPS, su richiesta, a prescindere dalla effettiva astensione dall’attività lavorativa.

– I lavoratori e le lavoratrici autonome, genitori di bambini nati dopo il 1° gennaio 2016, potranno beneficiare del congedo parentale per un periodo di 6 mesi entro i primi 3 anni di vita del bambino con il medesimo trattamento economico e previdenziale previsto oggi per i dipendenti.

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Rischio Radon: un esempio concreto di soluzione nelle scuole pubbliche

Rischio Radon, cos’è? Ce ne siamo occupati spesso su queste pagine, poiché il tema della salubrità degli spazi abitativi sta diventando ogni giorno argomento di maggiore interesse, coinvolgendo cittadini, tecnici e amministratori locali. La constatazione che la gran quantità del patrimonio edilizio italiano è vetusto e richiede un’urgente intervento di riqualificazione e recupero, implica di affrontare insieme e in modo organico i discorsi di efficientamento energetico, di rinnovo dell’involucro e quello della qualità dell’ambiente indoor, così come confermato anche dalla presidente dell’Associazione Donne Geometra, Paola Allegri, intervistata dalla Redazione del sito specializzato Geometri.cc sul tema della c.d. sindrome da edificio malato.

Tornando al Radon, anche un fenomeno del tutto naturale, come l’esistenza di gas radon nel sottosuolo, può rappresentare un rischio per la salute, in particolare quando questo gas si concentra negli edifici, dando adito ad un pesante inquinamento indoor. Su questo tema l’esperto di edifici salubri, Denis Sugan, ha recentemente pubblicato un articolato contributo che inquadra dettagliatamente il problema del rischio Radon, proponendo consigli e soluzioni per affrontare il problema in ambito privato.

Ma l’inquinamento da Radon è una questione che investe anche le pubbliche amministrazioni, considerando che in alcune aree del nostro territorio la concentrazione di questo elemento è altissima.

In Veneto, per esempio, la questione è assai rilevante, tanto che 86 Comuni su 581 sono a rischio, in particolare nella Pedemontana e nell’Alto Vicentino.

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Nel grafico la percentuale di abitazioni stimate superare il livello di riferimento di 200 Bq/m3. La situazione nei primi 30 Comuni in Veneto. In rosso il Comune di Marano Vicentino

Nello specifico,; dai campionamenti eseguiti nelle abitazioni si è visto che questo gas nocivo supera il valore di legge in quasi tutto il territorio comunale. L’amministrazione ha quindi agito, dando priorità proprio alle scuole, dove i bambini trascorrono gran parte della giornata, e intervenendo inizialmente sulla scuola per l’infanzia (nell’anno 2013) e poi sull’asilo nido, con lavori ultimati nell’estate 2015 che hanno previsto la realizzazione di fondazioni con vespaio ventilato, utilizzando una soluzione creata dalla padovana Geoplast.

Da un livello di 1.768 Bq/m3 (stima del valore medio annuo rilevato da Ulss4), si è passati, dopo l’intervento, ad un valore di 174, ben dieci volte inferiore, ed entro i limiti di sicurezza. I dati disponibili sono quelli relativi alla scuola dell’infanzia, dove si è potuto già misurare i risultati in un anno intero dopo la fine dei lavori, ma si attende un analogo responso anche per l’asilo nido.

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Il livello di concentrazione di Radon nella scuola oggetto dell’intervento negli anni 2011-2012-2014

«La soluzione – ci racconta Mirco Pegoraro, AD di Geoplast – è lasciar fluire questo gas, evitando di comprimerlo e di farlo accumulare all’interno delle stanze. Sarebbe sufficiente che la casa, o la scuola, potessero galleggiare, staccati dal terreno attraverso il quale si sprigiona il radon. La soluzione è la fondazione ventilata, una prassi in uso all’inizio del secolo scorso (con la tipologia di edifici con scantinati aperti), poi abbandonata nell’edilizia più recente, ora ripresa con tecniche del tutto diverse, utilizzabili nelle nuove costruzioni ma anche in ristrutturazioni di edifici esistenti con interventi relativamente poco invasivi. I gas non si trattengono, ma nel costruire vanno assecondati.. Abbiamo cercato una soluzione in risposta all’emergenza radon e abbiamo ideato il “Modulo” che, assieme ad un semplice ma efficace sistema composto da tubi collocati nelle cavità del vespaio, permette di ventilare la fondazione evacuando il gas all’esterno dell’edificio, attraverso delle piccole aperture praticate nelle pareti perimetrali. In questo modo l’ambiente interno si libera dal gas, che in effetti anche nelle zone a maggior rischio si registra poi in quantità irrisorie, compatibili con i limiti imposti per legge a tutela della salute delle persone.»

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Una fase della posa del modulo di Geoplast per l’eliminazione del rischio Radon nella scuola di Marano Vicentino

«Un primo intervento – ricorda Diego Capitanio, Capo Ufficio dei Servizi Tecnici del Comune – era stato fatto nel 2012, con un’areazione forzata degli ambienti. La soluzione si è dimostrata poco praticabile perché causa costi sproporzionati di riscaldamento e sprechi enormi, e poco efficace perché dà un risultato relativo e di breve durata. L’effetto dell’areazione si registra in un repentino calo della concentrazione del radon (che si abbassa ma non raggiunge la soglia di tolleranza), e un altrettanto ritorno ai valori massimi in breve tempo.» Così l’amministrazione ha optato per la soluzione delle fondamenta ventilate, rifacendo i pavimenti e inserendo il sistema Modulo di Geoplast che permette al radon di uscire naturalmente dall’edificio. L’opera è stata completata anche con una guaina isolante, per una maggior sicurezza dell’ambiente interno.

È intanto iniziata da poco la seconda campagna di monitoraggio, in collaborazione con lo Sportello Radon del centro ricerche ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, Energia, sviluppo economico sostenibile) di Bologna che fornisce i kit da utilizzare nelle case, per rilevare i livelli di radon, per un periodo di 6 mesi. Con due cicli, per un totale di 12 mesi, ENEA rilascia la certificazione. Finora sono 145 le abitazioni monitorate, 80 nella prima fase che è stata da marzo a novembre 2014, e altre 65 che hanno iniziato dal 1 novembre scorso.

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La casa salubre

Del Corno Barbara, Pennisi Alessandra , 2014, Maggioli Editore

Una casa, per essere definita “salubre”, deve rispondere a molteplici requisiti che garantiscano il benessere di chi la abita.

Gli elementi principali sono:
benessere ambientale, legato a fattori quali temperatura,…

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