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URSA Award 2015: vince la riqualificazione di un borgo rurale

La giuria di URSA Award 2015 ha proclamato il vincitore del concorso promosso da URSA Italia in collaborazione con il Politecnico di Milano e la ONLUS Italian Climate Network, con l’obiettivo di premiare i progetti architettonici che impiegano le migliori soluzioni tecnologiche per valorizzare i temi chiave del risparmio energetico, del design, dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale.

URSA Award ha fatto registrare un ampio successo in termini di partecipazione e sensibilizzazione proprio per l’estrema attualità dei temi affrontati: la sfida per contrastare i cambiamenti climatici non riguarda solo gli orsi polari ma richiede un’attivazione mirata e immediata di tutti, a partire dai cittadini fino ai governi e alle istituzioni, con l’obiettivo di assicurare al nostro pianeta un presente e un futuro più environmental-friendly.

URSA AWARD2015 IlPremio URSA Award 2015: vince la riqualificazione di un borgo rurale

Il premio URSA Award 2015

Il progetto tra tradizione e innovazione tecnologica con gli isolanti URSA protagonisti
Ad aggiudicarsi la vittoria per aver meglio interpretato lo spirito del contest è stato l’architetto Diego Nepote – Andrè affiancato dal team composto dall’ingegnere Orlando Giovannone e dagli architetti Caterina Di Giorgio, Marialaura Ruggieri e Azzurra Cantarelli, ideatori di un intervento di riqualificazione del borgo rurale “I Ciacca” a Picinisco (Fr), risalente al XVI secolo e situato all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Un tema, quello della riqualificazione dei borghi e dei centri storici da sempre al centro dell’attenzione del mensile L’Ufficio Tecnico come testimoniato ad esempio dalla dettagliata analisi a cura dell’arch. Federica Maietti della valorizzazione e il recupero del centro storico a L’Aquila, protagonista della rubrica Centri Storici nel numero di ottobre.

URSA AWARD2015 IlTeamVincente URSA Award 2015: vince la riqualificazione di un borgo rurale

Il team vincente dell’URSA Award 2015

La premiazione è prevista a gennaio 2016.

Il progetto si basa sulla riconversione di un insieme di case in pietra a nuova destinazione d’uso, per ospitare una scuola internazionale di agronomia ed enogastronomia secondo una filosofia che coniuga la tradizione dell’architettura rurale locale con l’innovazione sia tecnologica sia agricola ed enogastronomica, con nuove attività di sperimentazione e produzione.

URSA AWARD2015 ProgettoPremiato URSA Award 2015: vince la riqualificazione di un borgo rurale

Il progetto vincitore dell’URSA Award 2015. La riqualificazione del borgo rurale “I Ciacca” a Picinisco (Fr)

La riqualificazione dell’agglomerato prevede l’impiego di tecnologie costruttive ecosostenibili e, per l’isolamento, un’ampia gamma prodotti URSA, dal polistirene estruso URSA XPS, alla lana minerale URSA TERRA, alla lana di legno mineralizzata URSA WOODLITH, ai teli sintetici per il controllo igrometrico URSA SECO.

La sostenibilità, elemento cardine dell’intero intervento, contempla inoltre l’applicazione di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici, solare termico e ventilazione meccanica) e la gestione dell’acqua attraverso la fitodepurazione e il riuso delle acque meteoriche.

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Decadenza titolo abilitativo edilizio: occorre provvedimento amministrativo dichiarativo

edil

La decadenza titolo abilitativo edilizio per mancata osservanza del termine di inizio e completamento dei lavori opera di diritto e il provvedimento, ove adottato, ha carattere meramente dichiarativo di un effetto già verificatosi. La tesi prevalente in giurisprudenza si basa sulla lettera della legge, che fa dipendere la decadenza, non da un atto amministrativo, costitutivo o dichiarativo, ma dal semplice fatto dell’inutile decorso del tempo (Consiglio di Stato, sentenza n. 2915 del 2012).

Diversamente opinando, del resto, si farebbe dipendere la decadenza non solo da un comportamento dei titolari del permesso di costruire ma anche della Pubblica Amministrazione che potrebbe in taluni casi adottare un provvedimento espresso e in altri casi no, con possibili ipotesi di disparità di trattamento tra situazioni che nella sostanza si presenterebbero identiche (T.A.R. Lazio, Sede di Roma, sentenza n. 5530 del 2005).

La decadenza del permesso di costruire costituisce un effetto che discende dall’inutile decorso del termine di inizio e/o completamento dei lavori autorizzati, è, tuttavia, in prevalenza orientata a richiedere, come condizione indispensabile perché detto effetto diventi operativo, l’adozione di un provvedimento formale da parte del competente organo comunale, ancorché meramente dichiarativo e con efficacia ex tunc, qualunque sia l’epoca in cui è stato adottato e quindi anche se intervenuto molto tempo dopo che i termini in questione erano inutilmente decorsi, e ancorché i suoi effetti retroagiscano al momento dell’evento estintivo. Si tratta, in effetti, di una giurisprudenza risalente nel tempo (Consiglio di Stato, sez. V, 15.6.1998, n. 834).

È peraltro incontestabile che anche la giurisprudenza più recente è prevalentemente orientata nel senso che l’operatività della decadenza del titolo abilitativo e edilizio necessita dell’intermediazione di un formale provvedimento amministrativo di carattere dichiarativo, che deve intervenire per il solo fatto del verificarsi del presupposto di legge e da adottare previa apposita istruttoria. La decadenza del permesso di costruire non opera di per sé, ma deve necessariamente tradursi in un provvedimento espresso che ne accerti i presupposti e ne renda operanti gli effetti; che, sebbene a contenuto vincolato, ha carattere autoritativo e, come tale, non è sottratto all’obbligo di motivazione di cui all’art. 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241; può essere adottato solo previa formale ed apposita contestazione, esplicazione di una potestà provvedimentale.

La ragione, che giustificherebbe l’obbligo per l’ente locale di adottare un atto che formalmente dichiari l’intervenuta decadenza del permesso di costruire, è stata individuata nella necessità di assicurare il contraddittorio con il privato in ordine all’esistenza dei presupposti di fatto e di diritto che giustifichino la pronuncia stessa (Consiglio di Stato, sez. VI, 17.2. 2006, n. 671).

Se vuoi rimanere aggiornato sul tema della decadenza dei titoli edilizi, iscriviti alla newsletter di Ediltecnico.

 

copertina ebook Decadenza titolo abilitativo edilizio: occorre provvedimento amministrativo dichiarativo

Gli oneri per il rilascio del permesso di costruire

A. Mafrica, M. Petrulli , 2015, Maggioli Editore

La materia del contributo di costruzione correlato al rilascio del permesso di costruire (ovvero, i cc.dd. oneri concessori)
è complessa, di notevole rilevanza pratica e sovente foriera di dubbi ermeneutici e difficoltà interpretative.
Nondimeno, è…

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Coordinatore per la Sicurezza: analisi critica della recente Linea guida del CNI

Coordinatore per la Sicurezza

La figura del Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione dell’opera si configura senza dubbio alcuno come una delle figure più dibattute dell’intero scenario dei cantieri temporanei o mobili. Istituito per effetto del recepimento delle direttive comunitarie in materia di sicurezza sul lavoro il ruolo di CSE è stato interpretato, nel corso degli anni, in maniera molto controversa, trasformandosi progressivamente nella figura del “supergarante” di tutte le norme poste a tutela fisica dei lavoratori.

La maggior parte della giurisprudenza dei primi anni 2000 hanno infatti posizionato in tale figura il dovere permanente di vigilare, in maniera quasi ossessiva, su qualsiasi attività del processo produttivo di cantiere, oltrepassando di gran lunga quel debito di sicurezza che invece era sempre stato rintracciato in capo al datore di lavoro.

Questo orientamento degli organi di vigilanza e dei tribunali è entrato in contrasto palese con le caratteristiche richieste al ruolo di coordinatore: ovverosia un tecnico professionista in grado di progettare e “manutenere” la sicurezza in cantiere ma, per questo motivo, libero di esercitare la propria professione anche presso più unità produttive con l’evidente impossibilità di essere costantemente presente in ogni cantiere.

Nel corso degli ultimi anni, anche in virtù delle modifiche apportate Testo Unico sulla Sicurezza nell’Ambiente di Lavoro ed il conseguente “spostamento” del baricentro della sicurezza, il ruolo del coordinatore (CSE) è stato rivalutato, riconducendolo allo status giuridico effettivamente delineato dal legislatore europeo.

Leggi anche l’articolo PSC semplificato: il corretto utilizzo in cantiere conduce a buoni risultati.

Recenti sentenze della sezione penale di Cassazione (anche a seguito della nuova struttura fornita dal d.lgs. n. 81/2008) sono intervenute proprio sull’argomento con un evidente cambio di rotta e precisando che la funzione di vigilanza del coordinatore deve essere considerata “alta” e non può essere in alcun modo confusa con quella c.d. “operativa”.

Probabilmente in quest’ottica, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha emesso il mese scorso la circolare n. 626 del 10 novembre 2015, cercando di realizzare un documento “di sintesi” relativo ai principali doveri del coordinatore per la sicurezza in fase d’esecuzione. Il documento definisce la nuova Linee guida per il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione: l’approvazione è giunta dopo un confronto con numerosi interlocutori esperti della materia (tra cui ASL regionali ed ingegneri esperti in sicurezza di numerosi Ordini territoriali).

La Linea guida mira a delineare le modalità con cui il coordinatore della sicurezza deve svolgere il suo incarico durante la realizzazione dell’opera per garantire una gestione efficiente e sicura del cantiere. Ma non sarebbe stato più interessante rintracciare all’interno della circolare suggerimenti, casistiche e modalità attuative dei doveri sanciti dalla norma? Se lo è chiesto il nostro esperto autore, l’Ing. Danilo G.M. De Filippo, Ispettore Tecnico del Lavoro, coordinatore per la vigilanza presso l’Ispettorato del Lavoro di Siena (e già autore di molteplici volumi per i tipi Maggioli), il quale ha deciso di fornire una disamina dei 13 punti che costituiscono la Linea guida del CNI, delineando un utile memorandum critico sugli adempimenti minimi da eseguire da parte del Coordinatore. È nato così l’e-book targato Ediltecnico ed intitolato Coordinatore per la sicurezza in cantiere – Nuova Linea guida, un agile strumento che analizza in maniera critica la Linea guida del CNI contenuta nella circ. 626 del 10 novembre 2015.

ebook defilippo Coordinatore per la Sicurezza: analisi critica della recente Linea guida del CNI

Coordinatore per la sicurezza in cantiere – Nuova linea guida

Danilo G.M. De Filippo , 2015, Maggioli Editore

La figura del Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione dell’opera è certamente una delle figure più dibattute dell’intero scenario dei cantieri temporanei o mobili.
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Piste ciclabili e ciclovie: la Legge di Stabilità 2016 triplica il bonus

Piste ciclabili e ciclovie: la Legge di Stabilità 2016 triplica il bonus

Da 33 a 91 milioni. I fondi per finanziare attività di progettazione e realizzazione di piste ciclabili e ciclovie sull’intero territorio nazionale, compresi gli interventi di messa in sicurezza della mobilità su due ruote in ambito urbano, triplicano grazie all’approvazione di un emendamento a cui la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha dato “disco verde” questa settimana.

I finanziamenti saranno distribuiti nell’arco del triennio 2016-2018 e riguarderanno in via prioritaria tre progetti nazionali. Stiamo parlando, nello specifico, della ciclovia VenTo Venezia-Torino, di cui ci siamo occupati in passato, la pista ciclabile del Sole Verona-Firenze e quella romana già battezzata come Il GRA delle biciclette. I fondi saranno spalmati in questo modo: 17 milioni l’anno prossimo, 37 nel 2017 e i restanti 37 nel 2018. Ogni anno, inoltre, 3 milioni di euro saranno destinati alla progettazione e alla realizzazione dei “cammini”, speciali percorsi fruibili a piedi per uso turistico (approfondisci).

E proprio sullo sviluppo di vie verdi anche ciclabili e vélorail sui tracciati delle ferrovie abbandonate in Italia rappresenta una grande opportunità per promuovere il turismo sostenibile e valorizzare il territorio, come testimoniato dal grande interesse per il recupero delle stazioni ferroviarie dismesse.

Forse solo pochi appassionati sanno che ai giorni nostri in Italia, accanto a modernissime linee ferroviarie ad alta velocità che permettono di spostarsi in poche ore tra le principali città della penisola, vi sono migliaia di chilometri di tracciati ferroviari su cui non transita più nessun treno, in molti casi da decenni. Mentre nella seconda metà dell’Ottocento e all’inizio del Novecento le strade ferrate hanno costituito un elemento importante per lo sviluppo economico di molte regioni, avvicinando le città, rendendo accessibili le zone rurali e dando un significativo contributo al progresso della nostra civiltà, nel secondo dopoguerra la situazione è cambiata e il trasporto su gomma è diventato il mezzo privilegiato per gli spostamenti delle persone e delle merci.

Risultato? Oggi in Italia vi sono quasi 7.000 km di tracciati ferroviari non più utilizzati (senza contare i raccordi industriali e le linee minerarie): vecchie ferrovie a scartamento ordinario o ridotto, con trazione a vapore, diesel o elettrica, a singolo o doppio binario, che giacciono abbandonate o utilizzate come strade campestri e che, invece, possono essere recuperate per l’utilizzo turistico, magari impiegando materiali e attrezzature all’avanguardia come le barriere per piste ciclabili in acciaio Corten che ben si armonizzano con l’ambiente circostante.

Sullo stato dell’arte del recupero delle vie abbandonate per la realizzazione delle vie verdi e dei vélorail se ne sono occupati recentemente gli esperti del Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Milano. Chi fosse interessato all’argomento potrà trovare molte e accurate informazioni sullo stato dell’arte della questione nel contributo di Alessandro Toccolini e Roberto Rovelli pubblicato sul numero di ottobre della rivista L’Ufficio Tecnico e disponibile sul sito digitalmagazine.maggioli.it.

Rimani aggiornato in tempo reale sulle ultime novità sui fondi per la progettazione e la realizzazione di ciclovie, vie verdi e piste ciclabili: iscriviti alla newsletter editoriale di Ediltecnico.

8891608567 Piste ciclabili e ciclovie: la Legge di Stabilità 2016 triplica il bonus

Piano e progetto di area verde

Alessandro Toccolini , 2015, Maggioli Editore

Il volume si presenta come un manuale di pianificazione e di progettazione delle aree verdi, intese nel loro significato più completo e in una visione unitaria che spazia dalle aree naturali al verde agricolo, dal verde urbano alle aree di frangia metropolitana, al verde con funzione…

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Legge di Stabilità 2016, le novità per l’edilizia: scarica il testo

edile

La Legge di Stabilità 2016, approvata a fine ottobre, è tornata in aula per l’approvazione definitiva. Nel corso del tempo abbiamo visto le varie novità del testo e negli ultimi giorni si sono aggiunti gli emendamenti. Scarica il testo approvato alla Camera al 17 decembre 2015 con tutti gli emendamenti.

 

Legge di stabilità: le novità più importanti per edilizia e professionisti

Nell’ambito dei regimi agevolati per i Lavoratori Autonomi e le Partite IVA si registra un ammorbidimento delle condizioni che consentono l’accesso e la permanenza dei professionisti all’interno del regime forfettario con aliquota imponibile sul reddito imponibile del 15%.

Tra gli emendamenti approvati alla Legge di Stabilità 2016 c’è l’aumento a 91 milioni delle risorse per le piste ciclabili. Alla progettazione e alla realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, di ciclostazioni e interventi concernenti la sicurezza della ciclabilità cittadina, sono destinati 17 milioni di euro per il 2016 e 37 milioni di euro per il 2017 e 2018.

Quali sono i principali elementi di interesse in materia di casa (ed energia) nella Legge di Stabilità 2016?

1. Ok all’esenzione TASI sulle case date in comodato d’uso a figli o genitori.

2. Via libera allo sconto del 25% sull’IMU per chi affitta la seconda casa a canone concordato.

3. Stop alle tasse sulla casa per 3 categorie differenti.

4. Ok all’estensione dell’imposta agevolata di registro al 2% per l’acquisto della prima casa anche a chi al momento del rogito possieda già un immobile ma lo vende entro un anno.

5. Si alza la guardia contro gli affitti in nero: a partire dal 2016 diventa nullo ogni accordo che preveda che il canone sia superiore a quello registrato (entro 30 giorni dalla stipula del contratto) con la possibilità per gli affittuari di chiedere alla riconsegna dell’immobile la restituzione delle maggiori somme corrisposte.

6. Ripristino al 22% dell’IVA sul pellet che il testo originario della Stabilità aveva fatto scendere al 10%.

 

Scarica il testo approvato alla Camera al 17 decembre 2015 con tutti gli emendamenti.

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Panoramica sulle fasce di rispetto: ecco cosa serve sapere

Panoramica sulle fasce di rispetto: ecco cosa serve sapere

L’espressione “fasce di rispetto” ha due significati: indica le aree poste nelle vicinanze di un bene pubblico o di interesse pubblico nelle quali viene vietata o limitata fortemente la possibilità di edificazione, in secondo luogo comprende l’insieme delle norme che implicano limitazioni legali al diritto di proprietà, in particolare, il diritto a costruire sull’area di proprietà e la cui violazione comporta la demolizione del manufatto e l’applicazione delle relative sanzioni.

Esistono numerose zone di rispetto: quella cimiteriale, quella stradale, la ferroviaria, quella riferita alle aree limitrofe gli aeroporti e quelle per le acque pubbliche. Tutte queste tipologie di fasce di rispetto sono state analizzate con un approfondito richiamo anche alle sentenze più recente della giurisprudenza da Antonella Mafrica, autrice di punta del mensile di tecnica edilizia e urbanistica L’Ufficio Tecnico da cui è tratto l’ebook Analisi delle fasce di rispetto.

La rilevanza urbanistica di tali zone è fortissima: infatti, devono necessariamente essere incluse nella pianificazione urbanistica, con la conseguenza che scompare, rispetto a tali aree, l’ampia discrezionalità che generalmente connota le scelte urbanistiche della pubblica amministrazione.

Nell’ebook sono contenute analisi riguardanti le caratteristiche e le indicazioni della giurisprudenza del vincolo cimiteriale, la riduzione dello stesso anche per finalità private, le sanzioni e viene trattata anche la disciplina edilizia degli edifici preesistenti nell’area successivamente inserita nella fascia di rispetto. Sempre all’interno sul vincolo cimiteriale si tratta anche dell’indennità di esproprio di un terreno compreso nella zona di rispetto.

Ampio spazio è riservato alla trattazione della zona di rispetto stradale, ferroviario e aeroportuale compreso l’apparato di note con le indicazioni delle recenti sentenze della giurisprudenza sul tema. Non manca, infine un cenno alla tematica della fascia di rispetto delle acque pubbliche.

Per chi desiderasse una trattazione specifica e mirata sul solo vincolo cimiteriale, invece, segnaliamo sempre tratto dal mensile L’Ufficio Tecnico la versione ebook del contributo Osservazioni e riflessioni sul vincolo cimiteriale di Maurizio Lucca, avvocato e segretario generale di amministrazioni locali pubblicato quest’anno.

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Debiti degli iscritti, la situazione delle Casse previdenziali dei tecnici

Debiti degli iscritti, la situazione delle Casse previdenziali dei tecnici

Tra crisi e cronica mancanza di lavoro, la situazione debitoria dei professionisti iscritti alle casse di previdenza private sta diventando sempre più complicata. I dati diffusi ieri da Il Sole 24 Ore certificano le difficoltà che i liberi professionisti incontrano nel mantenersi in regola con il versamento dei contributi previdenziali alle casse.

Il fenomeno “nuovo” è la morosità dovuta alla scarsa liquidità disponibile che si affianca all’evasione volontaria e che è tutt’altro caso. In quest’ultimo scenario l’Adepp si è già attivato, stringendo un accordo con Equitalia per rendere più rapide ed efficaci le operazioni di riscossione dei debiti non onorati. Di tutt’altro tenore, invece, è il problema di chi, pur volendo rimanere in regola, trova oggettive difficoltà a rispettare le scadenze di versamento a causa del perdurare della crisi che morde la libera professione.

Per questa tipologia di morosi “involontari” sono diverse le strategie messe in campo dalle diverse casse previdenziali, come conferma lo stesso numero uno della CIPAG, la cassa dei geometri, Fausto Amadasi che al quotidiano confindustriale illustra la linea: “creare le condizioni ottimali per generare opportunità di lavoro dei geometri tramite la sottoscrizione di apposite convenzioni con i Comuni”.

Forse, la soluzione più semplice sarebbe quella di abbassare i minimi richiesti. Ma su questo sempre il presidente della CIPAG non è d’accordo: il minimo alto è garanzia di avere a fine carriera una pensione decente. In ogni caso anche i Geometri, che forse meno delle altre categorie tecniche sono stati colpiti dalla crisi del settore edilizio, mostrano segni di sofferenza. “Prima la contribuzione dovuta e non versata era di circa 100-150 milioni di euro l’anno”, continua Amadasi nell’intervista, “e buona parte di questa cifra veniva poi sanata verso la fine della carriera”. Oggi la morosità tra i geometri è salita a cifre elevate, che superano i 600 milioni di euro.

E proprio sulla situazione dei professionisti tecnici si nutre grande speranza sul prossimo c.d. Jobs Act degli Autonomi, che introduce anche significative novità come il congedo parentale, la sospensione del versamento dei contributi in caso di malattia e le garanzie per la maternità.

E la situazione di Ingegneri e Architetti? Su quasi 170mila iscritti attivi e 25mila in pensione, INARCASSA presenta entrate contributive di poco sopra al miliardo di euro e vanta crediti contributivi totali di 619 milioni, avendo a disposizione un fondo di svalutazione di tale voce che ammonta a 180 milioni.

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La Riqualificazione urbana e la Sicurezza delle periferie passano per le ciclovie

Ecosistema urbano

Tra gli emendamenti approvati alla Legge di Stabilità 2016 c’è l’aumento a 91 milioni delle risorse per le piste ciclabili. La riqualificazione urbana passa per queste strade: alla progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, di ciclostazioni e interventi concernenti la sicurezza della ciclabilità cittadina, sono destinati 17 milioni di euro per il 2016 e 37 milioni di euro per il 2017 e 2018.

Indicati anche tre interventi prioritari:
ciclovia del Sole Verona-Firenze,
– ciclovia VenTo Venezia Torino e Grab Roma.

3 milioni verrano destinati alla realizzazione di itinerari turistici a piedi, i “cammini”. Si tratta di un milione per ciascun anno: 2016, 2017 e 2018.

Inseriti nuovi commi che contengono un programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.  Il Programma è finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per:
– la rigenerazione delle aree urbane degradate,
– l’accrescimento della sicurezza territoriale,
– il potenziamento delle prestazioni urbane anche in termini di mobilità sostenibile,
– lo sviluppo di pratiche di inclusione sociale, come quelle del terzo settore e del Servizio civile,
– l’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici,
– le attività culturali e educative promosse da soggetti pubblici e privati.

Il Programma sarà predisposto sulla base dei progetti inviati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri entro il 1° marzo 2016, secondo le modalità stabilite con apposito bando apposito approvato con Dpcm, che dovrà essere essere emanato entro il 31 gennaio 2016.

Via libera anche all’emendamento che istituisce per l’anno 2016 un credito d’imposta a favore delle persone fisiche che, al di fuori della loro attività di lavoro autonomo, installano sistemi di videosorveglianza digitale o allarme oppure stipulano contratti con istituti di vigilanza per la prevenzione di attività criminali. Il limite complessivo è di 15 milioni e la definizione delle modalità applicative della norma è demandata ad un decreto ministeriale che deve ancora essere emanato, anche in questo caso.

Se vuoi rimanere aggiornato sul tema della riqualificazione e della sicurezza urbana, iscriviti alla newsletter di Ediltecnico.

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Controllo a distanza impianti di riscaldamento: c’è l’Ecobonus per il 2016

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Ancora novità a favore dell’efficienza energetica: tra le ultime novità della Legge di stabilità (l’emendamento è già stato approvato) c’è il nuovo ecobonus detrazione fiscale 65% per le spese sostenute per acquisto e installazione di dispositivi per il controllo a distanza impianti di riscaldamento, caldaie e impianti di climatizzazione. Non solo per gli gli impianti di riscaldamento quindi. Le risorse stanziate saranno di 2 milioni di euro annui dal 2016. Dopo le novità (negative per chi non segue le regole) per la mancata manutenzione delle caldaie, ne arrivano altre (positive, per chi acquista) sull’installazione dei dispositivi di controllo a distanza (anche) delle caldaie.

Ricordiamo a questo proposito che per tutto il 2016 sarà ancora possibile usufruire del bonus ristrutturazioni edilizie e del Bonus Mobili: le detrazioni fiscali sono del 65% per i lavori di ristrutturazione edilizia (tetto massimo di spesa su cui calcolare la detrazione resta fissata a 96.000 euro) e del 50% per il bonus mobili.

In un rapido punto della situazione, possiamo dire che le detrazioni al 65% valgono per:
– le spese di sostituzione di porte e finestre;
– per installare nuovi climatizzatori e caldaie, pannelli solari per la produzione di acqua calda;
– per realizzare coperture, pavimenti ;
– per altri interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti;
– per lavori di adeguamento antisismico della prima casa e delle attività produttive che ricadono nelle zone sismiche più pericolose;
– per la rimozione dell’amianto e le schermature solari;
– per gli enti di gestione delle case di edilizia residenziale pubblica e per gli ex Iacp.

Per le semplici ristrutturazioni, il bonus fiscale scende al 50%.
Sarà possibile usufruire delle agevolazioni fiscali anche nel caso in cui si cambia abitazione, acquistandone una nuova dopo aver già fruito di sgravi tributari precedentemente: nel momento in cui si decide di cambiare casa comprandone una nuova può usufruire degli sconti fiscali solo se l’altro immobile viene venduto entro un anno dal rogito.

Scarica la Guida gratuita di Ediltecnico per la ristrutturazione ed Ecobonus.

Veniamo al Bonus Mobili: un riassunto veloce anche per lui. Destinato anche alle giovani coppie per le quali varrà un limite di spesa che passa da 8mila a 16mila euro. Lo sgravio Irpef è del 50% su un limite di spesa di 10.000 euro per i mobili acquistati per un’abitazione in ristrutturazione.

Il Bonus Mobili vale per:
– l’acquisto di letti, materassi, armadi, comodini, scrivanie, tavoli, sedie, poltrone, divani, credenze;
– per l’acquisto di elettrodomestici esclusivamente di classe A + o superiore, come frigoriferi, congelatori, forni a microonde, lavatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento e apparecchi per il condizionamento.

Torniamo quindi a bomba e ribadiamo, come già detto in apertura di articolo, che  il nuovo ecobonus per le spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di dispositivi multimediali per il controllo a distanza impianti di riscaldamento e/o caldaie e/o climatizzazione.

8891605979 Controllo a distanza impianti di riscaldamento: cè lEcobonus per il 2016

Il libretto di impianto per la climatizzazione

Lucio Caldani – Davide Branca , 2015, Maggioli Editore

L’evoluzione normativa in materia di impianti di climatizzazione ha portato, con l’uscita del D.M. 10 febbraio 2014 (G.U. ?n. 55/2014), alla pubblicazione del nuovo libretto di impianto per la climatizzazione.
La novità di tale documento consiste sostanzialmente…

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Stima immobiliare: l’esperto stimatore è il professionista: ma quale?

Stima immobiliare: l’esperto stimatore è il professionista: ma quale?

Attribuire in modo univo il corretto valore di mercato: è questo l’obiettivo ambizioso che si pongono le linee guida ABI realizzate dall’Associazione bancaria italiana per una stima immobiliare rigorosa e rispondente alla realtà delle cose e presentate questa settimana a Roma (leggi anche l’articolo sulle stime immobiliari: fra dottrina classica e best practices).

E proprio la valutazione degli immobili in Italia è destinata a cambiare radicalmente grazie alle indicazioni contenute nella direttiva UE sui mutui, che il nostro Paese sta per recepire nel proprio ordinamento. In questo contesto la figura del professionista esperto stimatore riveste un ruolo centrale che oggi, purtroppo, non viene ancora adeguatamente compreso.

Il problema, come sollevato dal coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche Armando Zambrano, secondo il quale “questa figura (l’esperto stimatore immobiliare, n.d.r.) nel nostro Paese può ancora essere svolta da innumerevoli figure professionali lasciando ancora aperta la questione dell’aggiornamento e della qualifica professionale in assenza di un albo specifico.

Oggi, infatti, esistono due strade che il perito estimatore di immobili e terreni deve percorrere per vedersi riconosciute le proprie specifiche competenze. Da un lato l’applicazione della ISO 17024 per i corsi che certificano le persone a fronte di requisiti specificati; dall’altro la qualifica REV (Recognised European Valuer) di Tegova.

In tutto ciò però, evidenzia ancora Zambrano, restano ancora disattesi i criteri di obiettività e di indipendenza inclusi nel codice di condotta ABI, se l’ordinamento professionale a cui appartiene il tecnico non abilita per legge il suo operato. Segue un’analoga considerazione sul compenso e sullo svolgimento dell’incarico. Su quest’ultimo punto potrà interessare ai lettori approfondire le ultime novità leggendo l’articolo di Massimo Moncelli relativamente alla liquidazione dei compensi al CTU dopo le modifiche operate dal decreto legge 83/2015 e quello con le istruzioni del CNI per la determinazione della liquidazione delle parcelle come CTU)

A questo proposito, conclude Zambrano, ci sono ancora delle società che assumono incarichi, anche in subappalto, affidandoli ai professionisti, proponendo onorari che non coprono neppure i costi della prestazione con una squalifica della prestazione.

8891609960 Stima immobiliare: lesperto stimatore è il professionista: ma quale?

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