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Più che Decreto Happy Days, Decreto Insalata Edilizia: tutto quello che c’è dentro

insalata

Edilizia residenziale pubblica, realizzazione di impianti sportivi nelle periferie urbane, bonifica di Bagnoli, interventi per i rifiuti in Campania, post Expo, misure per il Giubileo: ecco cosa contiene il Decreto Happy Days – “Misure urgenti per interventi nel territorio”, che abbiamo simpaticamente ribattezzato Decreto Insalata Edilizia, per i molteplici temi di edilizia che sviluppa al suo interno. Tutti relativi all’edilizia, che è la grande ciotola, con tanti tipi di verdura: ERP, riqualificazione delle periferie, ambiente, pre e post grandi eventi tra cui il prossimo Giubileo e la da poco conclusa Expo Milano 2015: cosa ci mettiamo

Sono infatti molti gli articoli del decreto legge numero 185 “Misure urgenti per interventi nel territorio”, pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 275 del 25 novembre, in vigore dallo stesso giorno.

“Dodici buone notizie”, come prometteva Matteo Renzi presentando il provvedimento. Poi, però, si è lasciato subito prendere dall’entusiasmo e quello che doveva essere il “decreto good news” è diventato subito il “decreto Happy days”. 900 milioni di euro (per il primo anno, ma con alcuni impegni di spesa che si prolungano anche oltre il 2016) che serviranno a finanziare dodici interventi “molto da sindaci”, come spiega Renzi.

Dopo Expo
Oltre a milione di mq: questo lo spazio che ha occupato l’Expo a Milano. E adesso cosa succede? Nell’articolo 5 del decreto vengono messi a disposizione 150 milioni di euro con diversi obiettivi. 50 milioni devono essere utilizzati per l’acquisizione di quote azionarie già questo 2015. Il Decreto mette nero su bianco la volontà di realizzare all’interno di questa area l’Istituto italiano di tecnologia – l’ITT – per cui viene messo a disposizione un contributo di 80 milioni di euro per questo 2015, appunto necessari per far decollare il progetto scientifico di ricerca.

Opere e sicurezza: Giubileo a Roma
Il governo ha scoperto le carte sulle risorse statali da concedere per contribuire alla preparazione dell’evento nella Capitale. Dopo gli attentati a Parigi, consistenti quote sono state riservate alle misure per assicurare la sicurezza e l’incolumità di cittadini e pellegrini. “Happy Days” istituisce presso il ministero dell’Economia un apposito “Fondo per la realizzazione degli interventi Giubilari” con destinazione prioritaria per mobilità, decoro urbano e riqualificazione delle periferie. Si tratta 159 milioni di euro, di cui 94 per il 2015 e 65 milioni per il 2016. I fondi non utilizzati entro quest’anno slittano all’anno successivo. 47 milioni vengono concessi alla Regione Lazio per interventi di mobilità e sanità: 17 milioni per il potenziamento del servizio ferroviario regionale e 30 per i servizi sanitari.

25 milioni all’edilizia residenziale pubblica (art.14)
Si aggiungono altri 25 milioni al programma di edilizia residenziale pubblica per recupero degli alloggi inagibili degli ex Iacp attuato il mese scorso. La somma consentirà di recuperare un numero maggiore di alloggi.

Impianti sportivi
Per potenziare l’attività sportiva agonistica in aree svantaggiate e in zone periferiche urbane è stato istituito il fondo «Sport e periferie» da trasferire al Coni:  100 milioni nel triennio 2015-17, 20 nel 2015, 50 nel 2016 e 30 nel 2017. I soldi servono per ricognizione, realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi in zone svantaggiate, al completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti con destinazione all’attività agonistica nazionale e internazionale, attività e interventi finalizzati alla candidatura olimpica di Roma 2024.

Bagnoli e rifiuti in Campania
Ecco i primi 50 milioni per la riqualificazione dell’ex-Italsider, per la prima fase del “programma di bonifica ambientale e di rigenerazione urbana dell’area di rilevante interesse nazionale di Bagnoli-Coroglio”.
Per lo smaltimento dei rifiuti e la messa in sicurezza, la bonifica e la riqualificazione ambientale dei depositi è stato istituito un fondo di 150 milioni per l’anno 2015, di cui 70 milioni immediatamente trasferiti alla Regione Campania  80 al bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri per essere successivamente trasferiti alla Regione.

Opere finanziate dallo Sblocca Italia
Rischiano meno di essere tagliati i fondi per le opere finanziate con il decreto legge Sblocca Italia. Al posto delle scadenze assolute fissate dal provvedimento per l’approvazione dei progetti (prorogate più volte) arriva una scadenza “relativa”: la revoca del finanziamento scatterà se gli adempimenti relativi alle condizioni di appaltabilità non sono compiuti entro il 31 dicembre dell’anno di effettiva disponibilità delle risorse necessarie.

Cofinanziamenti alle metropolitane comunali
Uno dei punti del Decreto Happy Days è una franchigia di 50 milioni che permette di evitare agli enti locali le sanzioni per avere infranto il patto di stabilità nel 2015. La norma riguarda i comuni che nel 2014 hanno effettuato pagamenti con risorse proprie opere relative a metropolitane. In caso di richieste superiori ai 50 milioni gli spazi finanziari “nettizzati” saranno distribuiti in modo proporzionato alle richieste. Le richieste vanno comunicate tassativamente entro il 3 dicembre 2015.

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L’APE dopo i decreti 26 giugno 2015: 9 casi risolti

L’APE dopo i decreti 26 giugno 2015: 9 casi risolti

È possibile in alcuni casi specifici, per esempio nelle vendite immobiliari fallimentari, realizzare il nuovo APE senza effettuare il sopralluogo? Nel caso di un progetto di unità immobiliari confinanti il muro comune deve essere isolato? E ancora, quando si compila un attestato di prestazione energetica ma il libretto di impianto non c’è (è andato perduto o non è mai stato fatto), come si deve comportare il certificatore energetico?

Queste sono solo alcune delle domande che i partecipanti al seminario Il progetto e la certificazione energetica degli edifici dal 1° ottobre 2015. le novità introdotte dai decreti del 26 giugno 2015 attuativi della l. 90/2013 hanno rivolto all’arch. Luca Raimondo lo scorso 13 novembre a Cagliari.

La nostra Redazione ha raccolto i quesiti dei partecipanti e le risposte, pubblicandole per l’utilità di tutti i nostri lettori. Ricordiamo anche che è disponibile il nostro nuovo dossier sul nuovo APE dopo i decreti 26 giugno 2015.

In quali casi l’APE ha validità sino al 31/12 dell’anno seguente alla redazione?

La validità temporale massima dell’attestato, pari a 10 anni, è subordinata al rispetto delle operazioni di controllo di efficienza energetica e adeguamento degli impianti tecnici dell’edificio. Nel caso di mancato rispetto di tali disposizioni, l’APE decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata. I libretti di impianto o di centrale devono essere allegati all’attestato di certificazione energetica.

(Riferimenti di legge. APE: articolo 4 del d.m. 26 giugno 2009, articolo 6 del d.lgs. 192/2005 smi; Impianti: d.P.R. 74 del 16 aprile 2013)

È possibile utilizzare nel caso di vendite fallimentari gestite dal tribunale (in cui spesso è difficile effettuare il sopralluogo) i dati della perizia del CTU?

Nell’articolo 3 del d.m. 26 giugno 2015, al punto 6 si legge: “In ogni caso, il soggetto abilitato che redige l’APE […] deve effettuare almeno un sopralluogo presso l’edificio o l’unità immobiliare oggetto di attestazione, al fine di reperire e verificare i dati necessari alla sua predisposizione”.

Si interpreta che, a meno di indicazioni legislative in materia di esecuzioni fallimentari e previa verifica della gerarchia delle fonti, il sopralluogo sia obbligatorio. In ogni caso le informazioni contenute nelle perizie tecniche redatte da altri professionisti possono essere assunte come dati utili ai fini della certificazione, previa verifica da parte del certificatore.

Nel caso di progetto di unità immobiliari confinanti, il muro in comune deve essere isolato?

Sì. Nell’allegato 1, paragrafo 3.3, punto 5 si legge che “nel caso di nuova costruzione e ristrutturazione importante di primo livello di edifici esistenti […], da realizzarsi in zona climatica C, D, E ed F, nonché nei casi di realizzazione di pareti interne per la separazione di unità immobiliari, il valore della trasmittanza termica  deve essere inferiore o uguale a 0.8 W/(m2K) […]”. Il limite riguarda tutte le strutture opache verticali e orizzontali divisorie, quindi anche i solai di interpiano tra due unità immobiliari distinte. Tali strutture devono essere verificate anche ai sensi del d.P.C.M. 5 dicembre 1997 (requisiti acustici passivi).

Il mancato inserimento degli interventi migliorativi, comporta la nullità dell’APE?

Nell’articolo 4 comma 4 del d.m. 26 giugno 15, si legge che: “Ogni  APE […] riporta obbligatoriamente, per l’edificio o per l’unità immobiliare, pena l’invalidità: le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica con le proposte degli interventi più significativi ed economicamente convenienti, distinguendo gli interventi di ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica”.

Il MISE (ottobre 2015) ha chiarito che le raccomandazioni vanno sempre inserite, anche nei casi in cui non sia presente l’impianto termico; in tali casi, il certificatore deve inserire “almeno le raccomandazioni relative all’involucro”.

Gli interventi migliorativi da proporre sono vincolati al tempo massimo di ritorno di 10 anni?

Non mi risulta che il d.m. 26/06/15 riporti una simile indicazione.

Il MiSE (ottobre 2015) ha chiarito che le raccomandazioni devono essere inserite anche per gli edifici ad altissima prestazione energetica (NZEB), specificando che il Certificatore deve inserire le raccomandazioni con tempo di ritorno minore, mentre è discrezione dell’utente capire quali sono gli interventi più appetibili.

Ai fini della redazione di un APE, come comportarsi nel caso in cui il Libretto di Impianto sia smarrito o non sia mai stato prodotto?

Si ritiene che il professionista debba richiedere il Libretto di impianto, se non disponibile debba informare il Richiedente circa l’obbligo di redazione del Libretto di impianto (decreto 10 febbraio 2014  – Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013) e circa l’obbligo di far eseguire i controlli di efficienza energetica sugli impianti (Allegato A – Art. 8, comma 1,2 e 5 del d.P.R. n. 74/2013). Il professionista deve inoltre informare il richiedente che nel caso di mancato rispetto di tali disposizioni, l’APE decade il 31 dicembre dell’anno successivo (quindi anche l’APE di nuova emissione). Sarà discrezione del Richiedente fornire disposizioni al Certificatore su come procedere.  Un installatore qualificato può redigere un nuovo Libretto di Impianto.

Si ritiene che tali informazioni possano essere fornite al cliente anche per mezzo della “informativa del soggetto certificatore” prevista dall’Allegato 1 del d.m. 26 giugno 2015 APE, paragrafo 7.1.

La deroga di 10 cm alle altezze minime dei locali di abitazione nel caso di installazione di impianti termici dotati di pannelli radianti a pavimento o soffitto e interventi di isolamento termico dall’interno è previsto in una Legge nazionale? Si applica in Regione Sardegna?

La deroga è prevista nell’Allegato 1, paragrafo 2.3 comma 4, del d.m. 26 giugno 2015 Requisiti Minimi, quindi è valida su tutto il territorio nazionale fatta eccezione per le Regioni e Province autonome che hanno direttamente recepito la Direttiva Europea 2010/31/UE. Se non presenti eventuali disposizioni di legge regionali o locali che regolamentano i requisiti igienici e di abitabilità degli edifici in maniera difforme, si interpreta che tale deroga possa essere adottata anche in Regione Sardegna.

Nel caso di ristrutturazione o di nuova installazione di un impianto termico in edificio esistente c’è l’obbligo di coprire mediante fonte rinnovabile il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria?

Per quanto riguarda l’integrazione delle FER, il d.m. 26 giugno 2015 richiama gli obblighi del d.lgs. 28/2011; tale decreto si applica alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni “rilevanti” (si veda la definizione data nello stesso documento). Si reputa pertanto che se l’intervento non si configura come una ristrutturazione rilevante, non si abbia tale obbligo.

Se in un condominio effettuo l’intervento di rifacimento del manto di copertura della falda del tetto che delimita il sottotetto (non riscaldato), ho l’obbligo di isolamento termico?

Il d.m. 26 giugno 15, nei casi di riqualificazione energetica e ristrutturazione importante di edifici esistenti, definisce i requisiti minimi di isolamento termico limitatamente alla “superficie disperdente”, definita come «la superficie che delimita il volume climatizzato rispetto

all’esterno, al terreno, ad ambienti a diversa temperatura o ambienti non dotati di impianto

di climatizzazione».

Si interpreta pertanto che se si interviene sulla struttura che delimita uno spazio non riscaldato dall’esterno, tale struttura non debba essere isolata.

Si ricorda tuttavia che la scelta del manto di copertura deve garantire dei livelli minimi di riflettanza (riflettanza superiore a 0,65 – coperture piane – o 0,30 – coperture a falda).

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La procedura di certificazione della prestazione energetica: dal sopralluogo all’a.P.E.

Luca Raimondo, Guglielmina Mutani, Chiara Massaia , 2014, Maggioli Editore

La redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica di un edificio è oggi diventata una pratica professionale ormai diffusa. tale attività richiede un chiaro approccio metodologico, oltre che approfondite conoscenze dell’edificio come sistema termodinamico e del variegato quadro…

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Formazione in materia di sicurezza: l’esperienza di Unibo

Formazione in materia di sicurezza

Da oltre 10 anni il Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro istituito dall’Università di Bologna contribuisce a formare le figure professionali che operano in tutta Italia nell’ambito della “Safety”. Abbiamo raggiunto la direttrice del Master, la Prof.ssa Patrizia Tullini (professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’ateneo bolognese), per comprendere la genesi del corso di Master e scoprire in quale modo quest’ultimo continui a crescere ogni anno formando i professionisti della sicurezza del presente e del futuro. Ecco cosa è scaturito dal dialogo.

Marco Brezza: Il Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro dell’Università di Bologna è uno dei corsi più interessanti e longevi in materia nel panorama italiano: ci può raccontare in sintesi la genesi del Master? Quando e in quale contesto è nato? E quali esigenze, necessità ed obiettivi hanno contribuito a fungere da terreno fertile per la sua crescita nel tempo?

Patrizia Tullini: Il Master è nato nella primavera del 2005 da un’idea del Professor Luigi Montuschi, Emerito dell’Università di Bologna e già componente della Commissione nominata dal Ministero del lavoro per la riforma della normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro all’inizio degli anni Novanta. L’attivazione di un corso universitario post-lauream dedicato al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è stata proposta con l’obiettivo di offrire un’analisi specialistica ed approfondita degli aspetti giuridico-istituzionali, economici, gestionali ed organizzativi connessi alla programmazione ed alla gestione della sicurezza del lavoro, nonché una visione pratica delle diverse realtà aziendali, pubbliche e private. Con il supporto della Direzione Regionale dell’INAIL- Regione Emilia Romagna, dell’AUSL di Bologna, della Direzione Territoriale del lavoro di Bologna e della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco dell’Emilia Romagna, si è strutturato un corso di studi volto a creare figure professionali con competenze specifiche e specialistiche nel settore, prediligendo un approccio multidisciplinare che tenesse conto dell’evoluzione del contesto giuridico, economico e tecnico-organizzativo.

M.B.: In questi anni di crisi economica è emerso con grande forza il tema dell’occupazione, con particolare riferimento ai giovani. In che modo il Master ha provveduto a formare in maniera puntuale alunni neolaureati e ad inserirli nel mondo del lavoro?

P.T.: Ogni edizione del Master è caratterizzata da contenuti scientifici e metodologie didattiche conformi ai più recenti sviluppi della prevenzione integrata. Per agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro aggiorniamo costantemente i programmi del corso, tenendo anzitutto conto dell’evoluzione del contesto e delle mutate esigenze delle aziende. In questa attività di revisione continua è fondamentale il coinvolgimento degli enti pubblici e degli operatori del settore della sicurezza. Senza il loro supporto, anche durante il periodo dello stage curriculare, qualsiasi perfezionamento all’attività didattica sarebbe difficilmente realizzabile. Insistiamo inoltre sulla necessità di integrare la didattica di tipo tradizionale mediante esercitazioni individuali e di gruppo, simulazioni ed analisi di casi di studio, pianificazione di soluzioni operative da adottare ai fini della prevenzione nei luoghi di lavoro e visite guidate. Ciò allo scopo di promuovere il dialogo interdisciplinare tra studenti con formazione differente e di fornire loro gli strumenti necessari per gestire la sicurezza nelle realtà aziendali, sia nel settore pubblico che nell’ambito privato. Per favorire l’inserimento nel mercato del lavoro, incentiviamo infine gli studenti nella stesura di tesi che approfondiscano tematiche emergenti e metodologie nuove. Con soddisfazione apprendiamo che i nostri Diplomati riescono ad affermarsi professionalmente per il livello di competenze specialistiche, caratterizzando il Master tra i Corsi professionalizzanti che registrano le più alte percentuali occupazionali.

M.B.: Il tema della sicurezza del lavoro è ben presente nel dibattito nazionale da tanti anni (in particolare negli ultimi 20): quali sono, a suo modo di vedere, i temi che necessiterebbero di una maggiore attenzione in questo specifico momento storico? In questa direzione di analisi dei temi più delicati e importanti, il Master potrebbe fungere da laboratorio in cui mettere a punto nuove pratiche e nuove metodologie di valutazione del rischio in collaborazione con le aziende del settore?

P.T.: In un momento di profonde trasformazioni della normativa prevenzionistica, i temi da sottoporre a revisione potrebbero essere molteplici. Il Master può costituire un importante incubatore delle novità della materia prevenzionistica, ad esempio in relazione ai crescenti spazi di semplificazione degli oneri in materia di valutazione del rischio. Le procedure standardizzate, i nuovi strumenti di supporto per la valutazione dei rischi (tra cui l’OIRA di recente valorizzato dal d.lgs. 151/2015) possono essere migliorati e sperimentati grazie alle sinergie che si creano tra studenti e aziende che li ospitano, con il supporto dell’INAIL e dell’ASL. Un’attenzione particolare può essere rivolta ai nuovi rischi emergenti (campi elettromagnetici, stampanti 3D…) che richiedono approfondite analisi e sperimentazioni al fine di promuovere innovative modalità di valutazione del rischio e proporre forme di organizzazione della prevenzione in grado di predisporre idonee tutele a fronte delle diverse modifiche intervenute con riguardo ai più evoluti modelli di produzione. Non meno rilevante risulta promuovere il tema, allo stato poco valorizzato a livello nazionale, della sicurezza comportamentale quale nuova frontiera per le aziende interessate al benessere organizzativo dei propri lavoratori.

Qui maggiori informazioni sul corso di Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro.

Email: master.sicurezzalavoro@unibo.it

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Mercato Immobiliare Italia 2015, dall’Osservatorio Nomisma buone notizie

Mercato Immobiliare Italia 2015, dall’Osservatorio Nomisma buone notizie

Raddoppiano i volumi delle compravendite e tengono i prezzi con buone prospettive per il prossimo anno. È incoraggiante il quadro dipinto dall’Osservatorio Nomisma sul mercato immobiliare 2015 del nostro Paese, presentato la scorsa settimana a Milano.

“La ripresa del mercato non sarà però rapida e, certamente, non priva di rischi”, mette in guardia Luca Dondi, consigliere delegato di Nomisma, intervistato a Radio24, ma è fuori di dubbio che rispetto al passato il 2015 rappresenta un anno di svolta; complici anche una serie di fattori che hanno contribuito a svegliare il settore immobiliare dal coma profondo in cui era caduto (in primis l’incremento delle erogazioni di mutui per l’acquisto della prima casa e un aumento della percentuale di famiglie che è riuscita “a mettere da parte” una quota parte del proprio reddito).

Mercato immobiliare Italia 2015: OK le compravendite, meno bene i prezzi

Primo dato interessante è quello sulle compravendite che presentano nel 2015 un segno positivo praticamente in tutte le grandi città prese in considerazione dall’Osservatorio immobiliare Nomisma 2015.

Le uniche “pecore nere” sono le piazze di Genova (-5,4% di compravendite rispetto al 2014) e Roma (-2,5%). Ottime performance le fanno Bari (+17,4%), Padova (+13,2%) e Palermo (+11,3%). In Lombardia Milano guida la ripresa del mercato immobiliare italiano con un ottimo +5,5% rispetto allo scorso anno, che aveva già visto un’ottima prestazione con un altro +5,5% rispetto al 2013.

Ancora critica la situazione riguardante gli esercizi commerciali. A fronte di una offerta in costante crescita, infatti, la domanda si mantiene sempre modesta.

Meno rosee le notizie sui prezzi che, però, rimangono abbastanza stabili con un rallentamento del calo e una previsione di ripresa tra il 2016 e il 2017. Le perdite minori si registrano a Catania e Venezia (-1,6% rispetto al 2014), mentre il calo maggiore si registra a Bari (-4,0%), Bologna e Torino (entrambe perdono un altro 3%).

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Riqualificazione urbana: un puzzle virtuoso chiamato Europa

Riqualificazione urbana

Riqualificazione urbana nel segno della qualità: un concetto che in Italia deve ancora conquistare cittadinanza, ma che in ampie parti del continente europeo è già un’attitudine ben definita. I processi di riqualificazione urbana, come oggi vengono intesi, sono infatti diretta derivazione di un percorso inaugurato negli anni Settanta.

Nel panorama internazionale (europeo) sono diversi i soggetti che hanno operato negli anni per una piena diffusione della qualità urbana e per il riscatto delle città. C’è chi ha operato per singole realizzazioni, chi per progetti estemporanei e chi animato da una visione di durata e pianificazione attenta. Esperimenti interessanti per imparare qualcosa in più. Dalla rinascita di Barcellona al caso di Friburgo in Germania, passando per Londra e Linz: un focus del Sole24Ore fornisce una interessante panoramica in materia.

A Barcellona, a partire dalla fine degli anni ’80, si è verificata la più riuscita campagna per il miglioramento del paesaggio urbano in Europa, ovverosia il programma “Barcelona posa’t guapa” (Barcellona si fa bella). Riuscite campagne promozionali, visite dei tecnici direttamente nelle case dei cittadini per proporre gli interventi di manutenzione senza faticosi iter amministrativi, convenzioni con ordini professionali e imprese per il contenimento di costi progettuali e realizzativi. In tal modo, sono stati compiuti oltre 27mila interventi, riqualificando circa un terzo degli 86mila edifici della capitale catalana.

A Friburgo (comune del Baden-Württemberg di oltre 200mila abitanti) a inizio anni Novanta si decise di pedonalizzare il cuore storico della città, applicare una tariffa “flat” per i mezzi pubblici e realizzare piste ciclabili per gli spostamenti privati urbani. Con i medesimi principi nasce anche il quartiere ecologico di Vauban, voluto dagli stessi cittadini, organizzati in “baugruppen” e determinati nel “decidere insieme”, dando precisi mandati ai progettisti e non subendo opere pensate da altri.

Leggi anche l’articolo Riqualificazione urbana: un cambio di direzione per creare sviluppo.

Nelle isole britanniche il concetto di riqualificazione urbana partecipata e intelligente si riflette a pieno titolo nel nome di BedZed, acronimo di Beddington Zero Energy Development che vede protagonista l’omonimo quartiere di Londra in cui si è riusciti nell’impresa di ridurre quasi a zero le emissioni attraverso l’autoproduzione di energia verde e ha sposato un design efficace ed elementare nei restyling in legno riciclato.

Interessante anche il caso di Solar City a Linz (Austria), dove l’amministrazione comunale si è trasformata in un vero e proprio project manager, occupandosi di varie attività, dalla acquisizione pubblica dei suoli al progetto architettonico, fino al cosiddetto “attecchimento sociale” dei residenti attraverso azioni mirate alla creazione di un clima “friendly”.

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Cortexa: cambio al vertice. Gianluca Ciroi nuovo presidente

Il 2015 si chiude per Cortexa con l’elezione del nuovo Presidente: Gianluca Ciroi dal mese di Novembre succede a Werther Colonna, alla guida del Consorzio Cortexa.

Gianluca Ciroi, 48 anni, riveste dal 2000 il ruolo di Direttore Commerciale di Baumit Italia Spa e vanta un’esperienza ormai quasi ventennale nel settore delle costruzioni. Gianluca Ciroi porta dunque al Consorzio il suo contributo strategico che scaturisce da una visione ampia e approfondita del mercato di riferimento.

“Assumo questo prestigioso incarico alla guida del Consorzio Cortexa con entusiasmo e dedizione, ringraziando i colleghi per la fiducia accordatami” dichiara il neo-Presidente Gianluca Ciroi. “Negli ultimi anni il Consorzio è cresciuto tantissimo in termini di notorietà e adesioni, guadagnando grande riconoscimento come un punto di riferimento a livello istituzionale, in linea con la mission assunta alla sua costituzione. Sicuramente il mio impegno mirerà in primo luogo a consolidare l’eccellente lavoro svolto dai miei predecessori sulla strada tracciata, portando il mio contributo e il mio impegno nel perseguire gli obiettivi di consolidamento e diffusione capillare dei concetti di qualità e sistematicità delle soluzioni di Isolamento a Cappotto, le azioni volte a definire un percorso univoco e riconosciuto di formazione qualificata per gli operatori e la sensibilizzazione in generale verso i temi dell’efficienza energetica e del risparmio energetico quali vere e proprie risorse redditizie e sostenibili per il futuro”.

Cortexa è il Consorzio per la cultura del Sistema a Cappotto, nato nel 2007 con l’obiettivo di favorire la diffusione della conoscenza del Sistema di Isolamento Termico a Cappotto di Qualità e che unisce sotto lo stesso marchio le più grandi aziende del settore, con comprovata esperienza pluriennale, che condividono una etica professionale, competenze tecniche specialistiche ed un progetto comune: assicurare al mercato italiano un alto standard tecnologico finalizzato al conseguimento di obiettivi come il risparmio energetico e vantaggi economici, termici, strutturali e di durata nel tempo.

L’esperienza del gruppo di aziende consorziate garantisce controlli completi sui singoli componenti e sull’applicazione dei prodotti, consulenze tecniche qualificate e la continua assistenza in cantiere.

L’impegno ugualmente primario e costante del Consorzio è quello di fornire una formazione continua agli specialisti del settore, per diffondere la conoscenza e offrire qualità anche nella fase diagnostica, progettuale ed esecutiva dell’installazione del Sistema a Cappotto, oltre a strumenti informativi e documentazione tecnica di alto livello. Proprio per divulgare quanto più possibile le buone pratiche di progettazione dei dettagli costruttivi e di posa in opera del Cappotto, Cortexa ha elaborato e pubblicato il Manuale per l’applicazione del Sistema a Cappotto in collaborazione con EAE, European Association for ETICS, di cui Cortexa è socio fondatore, in cui è possibile trovare regole di applicazione uniche, con standard qualitativi validi per tutti i paesi dell’Unione Europea.

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Laurea Triennale Geometri, a Siena si sperimenta il primo Lab

Siena-duomo

A Siena si sta organizzando il primo laboratorio per la futura Laurea Triennale Geometri. Ma vediamo di capire bene di cosa si tratta.

Si parte con i primi corsi sperimentali nei CAT per lauree triennali in ingegneria civile e ambientale, che daranno accesso all’esame di abilitazione all’albo dei geometri: a Siena, dove il collegio dei geometri locale ha appena trovato un accordo con l’università Uninettuno per attivare presso alcuni istituti i corsi di laurea, che, come sappiamo, non si farà nelle Università, ma negli Istituti e nella stessa città in cui lo studente si è diplomato. L’ipotesi proposta dal Consiglio Nazionale dei Geometri al governo è infatti la seguente: trasformare la tesi di laurea in esame di abilitazione e creare dei corsi presso i CAT attraverso i quali lo studente risulti direttamente abilitato, con la collaborazione dell’Università del luogo.

A propostito di Siena, Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio nazionale dei Geometri, parla però solo di un primo passo, perchè per la riforma serve l’intervento del ministero. L’iniziativa senese infatti non ha niente a che vedere con il super geometra, che nascerà solo se ci sarà una modifica alla legge da parte del ministero dell’Istruzione.

In mancanza di una modifica normativa il modello ipotizzato dai geometri non potrà essere sperimentato.

Lo stesso Savoncelli spiega con precisione: “Il corso di Siena sarà una laurea triennale in ingegneria civile e ambientale, basata sulle regole attuali. Alla fine del corso gli studenti dovranno sostenere l’esame di abilitazione per accedere all’albo. Nel caso di Siena non parlerei di una sperimentazione del nostro progetto ma di un percorso virtuoso che avvicina i ragazzi al percorso universitario”.

E prosegue: “Abbiamo presentato il nostro progetto ad aprile e abbiamo incontrato il ministro a luglio. Attualmente la questione è sotto esame e so che il ministero la sta analizzando con attenzione. Speriamo di portarla in fondo a breve”.

Quello che sta accadendo a Siena potrebbe succedere anche altrove: alcuni ordini. Negli ultimi mesi il Consiglio Nazionale ha ricevuto moltissime manifestazioni di interesse e richieste di informazioni dalle scuole e dalle di famiglie.

Quando partirà il nuovo sistema? Di tempi stabiliti non si può parlare, in attesa del Ministero… Però, per esempio, in Piemonte diversi collegi  stanno pensando di avviare iniziative che anticipano il progetto di riforma.

A proposito della professione, riportiamo di seguito tre punti con i quali proprio Maurizio Savoncelli ha chiarito i tre elementi innovativi che il parere 2539/2015 del Consiglio di Stato porta in dote per sbrogliare la matassa delle competenze progettuali dei geometri in tema di costruzione di edifici in zona sismica e mediante l’uso del cemento armato.
1. Con l’abrogazione dell’art. 1 del regio decreto n. 2229 del 1939 non esistono più riserve alla progettazione con il cemento armato.

2. Viene citata la collaborazione interprofessionale fra le varie categorie dei tecnici “titolari di diverse competenze tecniche”. È cioè non solo permesso, ma da incoraggiare la sinergia tra i vari professionisti.

3. È sempre possibile per il Geometra svolgere in autonomia l’attività di progettazione architettonica (e amministrativa, comprendendo con questo termine la cura dei permessi e dei titoli autorizzatori) e direzione lavori. Questo perché in tali casi non entrano in gioco gli aspetti riguardanti i calcoli strutturali e le verifiche sismiche.

Sempre a proposito di competenze progettuali dei geometri e proposito della facoltà del geometra di realizzare opere in cemento armato, Savoncelli ha chiarito anche che “Sì è possibile nelle zone a basso rischio sismico, purché non intervenga pericolo per la pubblica incolumità come è il caso delle modeste costruzioni civili, delle piccole costruzioni accessorie a quelle rurali e degli edifici per uso di industrie agricole, che non richiedono particolari operazioni di calcolo”.

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Il nuovo condominio: la Guida 2016 di Ediltecnico

Il nuovo condominio

La legge 11 dicembre 2012, n. 220 e la “novella” costituita dal decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145  hanno contribuito a riformare in maniera davvero rilevante la disciplina del condominio: in questo senso sono numerose le nuove attività che oggi l’amministratore è chiamato a svolgere, attenendosi a tutta una serie di obblighi fissati direttamente dalla legge (attivare uno specifico conto corrente condominiale, sottoscrivere una polizza assicurativa “ad hoc”, esporre in un luogo accessibile al pubblico una targhetta con i propri dati e recapiti, ecc.).

A 70 anni di distanza dalla redazione del codice civile, il legislatore ha deciso di fare ordine nell’intreccio di sentenze ed opinioni stratificatesi nel corso dei decenni, con l’intento di rapportare il condominio alle trasformazioni della società.

Come affermavano i vertici di Confedilizia al momento dell’approvazione della riforma del condominio “si tratta di una legge nel complesso positiva, caratterizzata in primo luogo dalla reiezione dell’attacco portato in più occasioni ai diritti proprietari durante il suo iter parlamentare. È poi una legge che, pur risolvendosi in molti casi nella legificazione di prassi consolidate, recherà comunque ordine in più aspetti della vita condominiale”.

Il nuovo condominio si appresta pertanto ad affrontare (anzi, già lo sta facendo) nuove problematiche ed esplorare vaste tematiche correlate: le novità legislative e l’ampia evoluzione giurisprudenziale necessitano in questo senso di una ampia ed efficace illustrazione, oltre che di un attento approfondimento.

Per consentire ai lettori di orientarsi all’interno di questo grande cambiamento di disciplina, la redazione di Ediltecnico ha impalcato una nuovissima Pagina speciale dedicata al condominio, Guida al Condominio 2016, strutturata in capitoli: quello dedicato alla normativa, il focus sulla parte tecnica, l’analisi operativa, un blocco dedicato alle spese condominiali ed una rassegna approfondita e diversificata dei principali strumenti editoriali utili ad approfondire il tema.

Consulta la Pagina speciale Guida 2016 al Condominio per esplorare il mondo di cambiamenti che hanno attraversato la materia condominiale (in tutte le sue sfaccettature) negli ultimi 3 anni.

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Valvole termostatiche per la termoregolazione: 10 cose da sapere

Valvole termostatiche per la termoregolazione: 10 cose da sapere

Valvole termostatiche cosa sono? Con l’inverno ormai alle porte gli impianti di riscaldamento condominiali sono entrati tutti in funzione e molti inquilini (ma non tutti) si trovano per la prima volta a dovere utilizzare le valvole termostatiche, applicate sui radiatori per rispettare la norma nazionale (d.lgs. n. 102 del 2014) sulla contabilizzazione individuale del calore e la termoregolazione (per saperne di più consulta il nostro dossier sulla contabilizzazione del calore).

Ma come si utilizzano in maniera efficace le valvole termostatiche? Il quesito non è banale, poiché il corretto impiego di questi dispositivi consente un reale risparmio di energia e, quindi, un alleggerimento della bolletta, come ha spiegato correttamente Roberto Colombo nel suo recente articolo Contabilizzazione individuale del calore: mero costo o investimento redditizio?

Per saperne di più abbiamo chiesto agli esperti di Klimit come usare le valvole termostatiche. “La termoregolazione, ossia la regolazione automatica della temperatura nelle stanze di un appartamento, avviene tramite l’uso delle valvole termostatiche”, spiega Manuel Moro, AD di Klimit, azienda veneta molto attiva nel settore della termoidraulica e della climatizzazione.

“Le valvole termostatiche, ove correttamente installate, agiscono sul singolo radiatore di riferimento consentendo una diversa regolazione della temperatura per ciascun locale”, precisa Moro, che con gli esperti di Herz di cui la sua azienda è distributore esclusivo per l’Italia ha realizzato una guida pratica sul corretto utilizzo delle valvole termostatiche.

Ma come funziona un dispositivo per la contabilizzazione individuale del calore e la termoregolazione?

“Sulla testa della valvola termostatica”, dice Moro, “si imposta il valore di temperatura desiderato. Ogni volta che c’è del calore in eccesso essa ne chiede meno all’impianto di riscaldamento, che entra così in funzione solo quando serve. Ecco quindi perché le valvole consentono di risparmiare sui costi di riscaldamento.

E allora vediamo nel dettaglio le 10 cose che serve sapere su questi dispositivi per la termoregolazione.

1. E’ necessario installare una valvola termostatica per ogni radiatore?

Sì, le valvole termostatiche devono essere installate su tutti i radiatori presenti nell’abitazione. L’impianto di riscaldamento è un circuito chiuso, pertanto ogni componente influisce sul comportamento dell’altro. Un singolo radiatore senza valvola termostatica lavorerebbe in modo errato e non conforme rispetto agli altri con valvole termostatiche installate, avendo quindi ripercussioni negative sull’intero impianto condominiale.

2. Come si accendono le valvole termostatiche?

Sono un meccanismo autonomo. Se le teste termostatiche sono correttamente installate sulla relativa valvola, a sua volta connessa al radiatore, esse iniziano a lavorare semplicemente con l’accensione dell’impianto di riscaldamento.

Non necessitano di alcuna fonte di alimentazione esterna.

3. Come si regolano le valvole termostatiche?

Sulla testa termostatica sono presenti dei numeri da 0 a 5 corrispondenti a determinati valori in °C. Per impostare la temperatura di riferimento per ogni stanza, basta ruotare la testa termostatica in corrispondenza del valore desiderato.

4. Corretta regolazione della temperatura ambiente

Ecco un semplice esempio di come sia possibile regolare la temperatura in casa (vedi schema allegato).

In cucina (solitamente l’ambiente con più apporti di calore gratuiti) ed in soggiorno max. 20°C.

In lavanderia e nei locali di passaggio 16-18 °C.

Nei bagni invece si può impostare una temperatura più piacevole, quindi più calda.

5. I radiatori sono caldi solo nella parte superiore. perche’?

Contrariamente alle comuni convinzioni, se toccando i radiatori si riscontra che essi sono caldi nella parte superiore e freddi in quella inferiore, significa che le valvole termostatiche stanno lavorano correttamente. Esse infatti forniscono ad ogni radiatore solo la quantità d’acqua necessaria a mantenere la temperatura ambiente impostata per ogni stanza. Il radiatore diventa progressivamente freddo verso il basso poiché il calore da esso prodotto viene ceduto al locale per riscaldarlo. Ciò è quindi indice di una esatta regolazione della temperatura nell’ambiente.

6. Perche’ i radiatori di alcune stanze sono freddi?

Ciò dipende da come sono state regolate le teste termostatiche (quindi dalle temperature di riferimento che si è deciso di impostare nelle varie stanze) e da eventuali apporti gratuiti di calore (es.: stanza esposta al sole, presenza di persone ed elettrodomestici nel locale, calore generato cucinando, ecc.).

Grazie alle valvole termostatiche si scaldano infatti solo i radiatori presenti nei locali ove c’è bisogno, con un conseguente risparmio energetico. Ricordiamo inoltre che le valvole termostatiche vanno installate su tutti i corpi scaldanti, se non si vogliono vanificare i vantaggi ottenibili con la termoregolazione.

7. Perche’ con le valvole termostatiche non raggiungo la temperatura ambiente che desidero?

In alcune occasioni il radiatore si trova ad essere coperto da copriradiatori, pesanti tendaggi o semplicemente in posizioni non ottimali o difficilmente raggiungibili, è per questo che esistono appositi regolatori termostatici che permettono di rilevare la temperatura in una posizione diversa da quella in cui si trova il radiatore ottenendo una corretta regolazione della temperatura nell’ambiente.

8. Con le valvole termostatiche è necessario avere particolari accorgimenti?

Alla fine della stagione invernale, è consigliabile posizionare le teste termostatiche in corrispondenza del valore di massima apertura (numero 5 per le teste termostatiche Herz), onde evitare eventuali depositi di sedimenti nella sede della valvola, che ne potrebbero compromettere il corretto funzionamento futuro. All’accensione dell’impianto di riscaldamento, andranno invece reimpostati i valori di temperatura ideali desiderati per ogni ambiente.

9. Per un corretto utilizzo dell’impianto di riscaldamento è inoltre buona norma…

Effettuare la manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento. Un impianto correttamente regolato funziona in modo efficiente, risulta meno inquinante e riduce gli sprechi energetici consentendo quindi anche un risparmio in termini economici.

Prestare attenzione agli orari di accensione. Evitare di far lavorare il riscaldamento quando non si è in casa ed attenersi ai tempi di accensione massima giornaliera previsti per la fascia climatica di appartenenza. Dispositivi utili in tal senso sono sicuramente i cronotermostati, i quali consentono di gestire la temperatura per fasce orarie in base alle personali necessità di utilizzo.

Di notte, ove presenti, chiudere i balconi ed abbassare le tapparelle per migliorare l’isolamento dell’edificio ed evitare dispersioni termiche.

Anche d’inverno è opportuno arieggiare i locali, ma con i giusti tempi, evitando di tenere le finestre aperte per periodi troppo lunghi, onde evitare di raffreddare eccessivamente le stanze.

10. Tre consigli finali

Riepilogando in breve, tre sono comunque i consigli sicuramente da rispettare:

1. Non utilizzare copriradiatori ed evitare di coprire i radiatori con tendaggi, mobili o altri ingombri.

2. Posizionare le teste termostatiche in corrispondenza di valori diversi nelle varie stanze in modo da riscaldare la casa in base alle effettive esigenze d’uso dei vari ambienti.

3. Impostare una temperatura ambiente massima di 20 °C.

13103 1 Valvole termostatiche per la termoregolazione: 10 cose da sapere

La contabilizzazione del calore negli edifici con riscaldamento centralizzato

R. Colombo, F. Zerbetto , 2015, Maggioli Editore

Il decreto legislativo n° 102/2014, con il quale il Governo Italiano ha recepito la direttiva 2012/27/UE, ha reso obbligatoria la misurazione individuale del calore consumato negli edifici.

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Compensi CTU, le indicazioni del CNI sulla compilazione delle note di liquidazione

Compensi CTU

Il Consiglio Nazionale Ingegneri contribuisce a fornire indicazioni di carattere generale sulle modalità di compilazione delle note di liquidazione dei compensi CTU per l’attività svolta in ambito giudiziario.

È stato infatti il Gruppo di Lavoro “Ingegneria Forense” del CNI a predisporre il documento “Considerazioni sulla normativa vigente in tema di onorari, indennità e spese dei periti e dei CTU in ambito penale e civile”: il documento dovrebbe servire (è questo l’auspicio) come base per richiedere una uniformità di comportamento da parte dei Giudici del Tribunale stesso nella liquidazione dei compensi ai consulenti, possibilmente con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, finalizzato a giungere ad una interpretazione comune della tariffa.

Sulla base di quanto indicato nel documento l’iter per la determinazione del compenso del consulente del Giudice si configura nella seguente struttura:
– esame del quesito per verificare se lo stesso si può ritenere riferito ad un unico tema o soggetto o piuttosto ad una pluralità di temi o soggetti (v. premessa punto “c” e punto 3);
– individuazione degli articoli dell’allegato al d.m. 30.05.2002 da applicare;
– determinazione del compenso (onorario) per ogni prestazione eseguita, ossia per ogni articolo dell’allegato al D.M. 30.05.2002 considerato (v. punti 2.1. 2.2 e 2.3);
– verifica della sussistenza delle condizioni per l’applicazione dell’art. 52 del D.P.R. n. 115/02, che prevede che per le prestazioni di eccezionale importanza, complessità e difficoltà gli onorari possano essere aumentati sino al doppio; nel caso, aumento dell’onorario in precedenza calcolato in base alla percentuale ritenuta congrua;
– elencazione delle spese;
– precisazione che l’importo richiesto deve essere considerato al netto dell’IVA e del contributo previdenziale.

Leggi anche l’articolo Liquidazione dei compensi al CTU le novità dopo il DL 83/2015.

Il protocollo d’intesa, che potrebbe prevedere un modello di richiesta di liquidazione approvato dal Presidente del Tribunale, risulterebbe di aiuto agli iscritti per una corretta formulazione della richiesta e di supporto ai Giudici per la conseguente liquidazione.

In allegato alla circolare CNI è presente il documento “Note di accompagnamento”, con un riepilogo sintetico dell’iter della procedura per la determinazione del compenso, comprensivo di suggerimenti in merito alle richieste da formulare ai Tribunali.

Sempre in ambito correlato leggi l’articolo CTU nelle magistrature speciali: si ampliano le possibilità di utilizzo.

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