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Nuovo Conto Termico: da edifici normali a NZEB, ecco come

conto termico: da edifici normali a edifici nzeb

Una delle principali novità della nuova versione del conto termico è rappresentata dal riconoscimento dell’incentivo per la trasformazione di edifici esistenti in edifici a “energia quasi zero” (edifici NZEB).

La situazione edilizia in Italia è particolarmente “anziana”, in quanto circa due terzi degli edifici esistenti sono antecedenti al 1973 allorquando è stato emesso il primo regolamento riguardo al risparmio energetico nelle nuove costruzioni. Infatti più di 15 milioni di edifici consumano più di 200 kWh/mqa mentre i nuovi edifici rappresentano meno dell’1% dell’esistente.

Circa il 70% del consumo energetico degli edifici è dovuto alla climatizzazione invernale ed estiva. In tal senso nella direttiva europea 2010/31/UE emerge l’indicazione per gli edifici realizzati dopo il 2020 e per gli edifici pubblici edificati dopo il 2018, di un consumo di energia prossimo allo zero ed in particolare viene definito l’edificio a energia quasi zero nell’art.9 attraverso l’acronimo nZEB (Nearly Zero Energy Building).

Nella direttiva gli stati membri sono invitati ad introdurre opportune leggi e normative partendo dalla definizione degli edifici nZEB ovvero un edificio il cui fabbisogno energetico venga coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili. La normativa italiana in questi ultimi anni ha posto l’attenzione con il d.lgs. 192/2005 e le successive integrazioni dei d.lgs. 311/2006, D.P.R. 59/2009, d.l. 63 /2013, l. 90 /2013 ed infine il decreto dei minimi dell’ottobre 2015 in cui lo nZEB è definito come edificio che rispetta tutti i requisiti minimi previsti dal decreto e l’obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili previsto da d.l. 28 del 3 marzo 2011.

Il nuovo conto termico 2016 in fase di approvazione come indicato recentemente da Massimo Scuderi, recepisce le indicazioni della Direttiva europea introducendo incentivi per la trasformazione di edifici esistenti di proprietà della pubblica amministrazione in edifici ad energia quasi zero consentendo nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti anche un aumento della volumetria del 25%.

Ai fini dell’accesso agli incentivi per la trasformazione ad edifici ad energia quasi zero sono ammissibili interventi di incremento dell’efficienza energetica in grado di ridurre il fabbisogno di energia per la climatizzazione invernale ed estiva, per l’illuminazione di interni e delle pertinenze esterne degli edifici, per la produzione di acqua calda sanitaria e per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili destinata alla copertura dei fabbisogni stessi.

La durata dell’incentivo è pari a cinque anni ed è possibile accedere entro 60 giorni dalla conclusione dell’intervento, da effettuarsi entro 90 giorni dall’ultimo pagamento, intendendo escluse le spese professionali. La domanda può essere effettuata sia attraverso l’accesso diretto che attraverso la prenotazione dell’incentivo anche attraverso contratto con ESCO.

L’incentivo per la realizzazione di interventi atti a rendere l’edificio a energia quasi zero è posto pari al 65% del costo dell’investimento se in conformità alle disposizione dei decreti previsti dall’art. 4 del d.lgs 192 del 2005 e successive modificazioni. Il costo massimo ammissibile è pari a 500 euro/mq e 575 euro/mq con un valore massimo dell’incentivo posto pari a 1.500.000 euro e 1.750.000 euro rispettivamente per le zone climatiche (A, B, C) e (D, E, F).

Fra le spese ammissibili ai fini del calcolo dell’incentivo, vi sono:

– la fornitura e posa in opera dei materiali e delle tecnologie finalizzate al conseguimento della qualifica di edifici ad energia quasi zero,

– la demolizione, il recupero o smaltimento e ricostruzione degli elementi costruttivi dell’involucro e degli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria e per l’illuminazione,

– la demolizione e ricostruzione delle strutture dell’edificio,

– gli eventuali interventi di adeguamento sismico delle strutture dell’edificio che contribuiscono anche all’isolamento termico e le prestazioni professionali.

Le richieste di incentivo devono essere corredate da diagnosi energetica precedente l’intervento e conforme alle UNI CEI EN 16247 e da attestato di prestazione energetica successiva dal quale deve emergere il rispetto dei requisiti indicati al paragrafo 3.4 dell’Allegato I al decreto di cui all’articolo 4, comma 1 del d.lgs. 192 del 19 agosto 2005.

Il nuovo conto termico 2016 incentivando tali interventi, va quindi nella direzione di realizzare edifici a energia quasi zero nZEB che operino mantenendo il comfort interno in climi sia rigidi che caldi e miti, attraverso interventi che siano realizzati a seconda del sito e del tipo di tecnologia adottata in regime estivo e invernale.

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Edifici ad energia quasi zero

Enrico Sergio Mazzucchelli , 2013, Maggioli Editore

La Direttiva 31/2010 dell’Unione Europea ha introdotto la definizione di edificio “a energia quasi zero”.
Il nZEB (nearly Zero Energy Building) è normalmente connesso a una o più infrastrutture energetiche territoriali (rete elettrica, rete di teleriscaldamento, etc.) e, nell’arco…

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BIM: l’ANAC si pronuncia sull’Appalto del Teatro Lirico di Milano

BIM: l’ANAC si pronuncia sull’Appalto del Teatro Lirico di Milano

Il BIM sta entrando negli appalti pubblici anche in Italia e il Bando del Comune di Milano per il restauro del Teatro Lirico è uno dei primi e nel contempo uno dei più citati sulla stampa di settore e non solo. La valenza dell’opera e il suo valore simbolico sono due fattori per cui questo intervento di recupero ha trovato spazio su media e all’interno di convegni, ma sicuramente l’aspetto più innovativo è stata il debutto del BIM (Building Information Modeling) all’interno del bando stesso.

Il BIM in Italia è cosa recente, se si pensa che in altri paesi europei e non solo è ormai una realtà consolidata sia a livello pubblico che privato. In questo senso il bando per il Teatro Lirico è da considerarsi come un pioniere dell’applicazione del BIM per un’opera pubblica.

La grande pubblicità che è stata data a questa iniziativa dell’Amministrazione milanese ha fatto presto notare che il bando era stato predisposto in modo improprio su alcuni aspetti concernenti il BIM. A tal proposito è stata interpellata l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per un parere circa gli obblighi speciali riguardanti l’appaltatore nel quale veniva dichiarato che la progettazione dell’intervento era stata effettuata con uno specifico software BIM.

Con il parere n. 199 del 25 novembre 2015, l’ANAC ha accolto le osservazioni sulla improprietà del Bando precisando:“che qualora gli atti di gara non riportino, nell’indicazione delle specifiche tecniche che richiamano determinati prodotti o servizi, la clausola di equivalenza, tale lacuna è colmata automaticamente dal Codice, grazie al principio di eterointegrazione”. 

Questo principio prevede che, anche se nel bando non viene citato esplicitamente, ogni qual volta venga indicato uno specifico prodotto, il nome dello stesso deve essere seguito con “o equivalente”. Infatti l’Autorità ha più volte avuto modo di evidenziare come la ratio legis sottesa alla disposizione normativa di cui all’articolo 68 del d.lgs. n. 163/2006 consiste nell’evitare che “la definizione di specifiche tecniche che menzionano una fabbricazione o provenienza specifica determinino un ostacolo alla libera circolazione delle merci, mediante l’imposizione di particolari caratteristiche dei prodotti o dei servizi che implicano un determinato processo produttivo o una determinata provenienza”

Il Bando sul Lirico di Milano è tra i primi ad aver introdotto il BIM all’interno di un progetto pubblico, ma lo ha fatto, in parte, in modo non conforme alla normativa, privilegiando un sistema informatico specifico, assumendolo come equivalente al BIM stesso. E infatti utile ricordare che il BIM è una metodologia che prevede l’impiego di software di progettazione BIM oriented e che la realizzazione di un corretto approccio BIM prevede lo scambio libero di informazioni tra le diverse fasi della filiera, effettuato con software interoperabili, anche diversi tra loro.

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Stop alle fessurazioni: arriva il Cappotto Corazzato

Il Cappotto Corazzato® Wall System è un innovativo sistema di isolamento termico a pannelli prefiniti nei modelli Ardesia e Palladio delle dimensioni 110 x 31cm, dotati di un incastro a doppia battentatura sigillante brevettato.

Evita il rischio di fessurazioni e crepe dovute a sbalzi termici e movimenti dell’edificio nel tempo, grazie al sistema modulare indipendente.

Tale conformazione è stata studiata per garantire una perfetta sigillatura e protezione contro infiltrazioni termiche, d’aria e d’umidità, evitando anche il minimo ponte termico trasmesso dalle viti dei tradizionali metodi, grazie al fissaggio a tasselli interni.

Essendo pronto all’uso non necessita di impalcatura fissa, in quanto la posa richiede un unico e rapido passaggio e si può installare in qualsiasi stagione e condizione meteo perché già stagionato in fabbrica.

isolamento a cappotto pannelli isolanti prefiniti palladio wall system GRAPHITE 400x343 Stop alle fessurazioni: arriva il Cappotto Corazzato

Disponibili in EPSD20 (EPS100)o Black Graphite by Neopor® con lambda termico λ 0,030 (+rivestimento corazzato) con spessori a partire da 6cm fino a 45cm a scelta tra i 9 colori a catalogo visibili nel sito.

L’azienda con esperienza trentennale nella produzione di materiali da rivestimento (brevetti pannelli in pietra tecnica) e articoli d’arredo, ha sviluppato e brevettato questo innovativo sistema per isolamento termico a cappotto corazzato completo di finitura in pietra a vista, che consente la posa senza rasatura in opera, ideale anche per ristrutturazioni e risanamenti protettivi.

Privo di manutenzione nel tempo, aspetto estetico prestigioso, composto da materiali 100% riciclabili

Economico: riduce notevolmente la manodopera, in quanto racchiude tre prodotti in uno, pronto all’uso.

Ispezionabile: permette la rimozione e il riposizionamento solo dei moduli selezionati, in caso di manutenzione agli impianti retrostanti (condutture idrauliche, impianti elettrici ecc.).

I pannelli isolanti Wall System sono stati concepiti per resistere alle intemperie, anche quelle più severe come grandine e forti piogge, grazie al loro incastro sigillante a doppio battente e al rivestimento corazzato, offrendo quindi una protezione totale, isolando in maniera ottimale dal freddo e caldo.

Cappotto termico isolamento casa Palladio Ambra Bugne angolari Godega S. Urbano Treviso 2015 32 Stop alle fessurazioni: arriva il Cappotto Corazzato

Il sistema modulare, offre molteplici vantaggi per rendere l’applicazione facile, pulita, veloce e priva di ponti termici; rispetto ai sistemi di isolamento tradizionali (che hanno una superficie globale), che lo rende quindi antisismico evitando il rischio di screpolature dovute ai movimenti dell’edificio e dilatazioni termiche.

Il fissaggio avviene mediante colla sul retro e tasselli a scomparsa tra le due battentature.

Sono disponibili inoltre molteplici soluzioni per decorazioni e rivestimenti sia per esterni che per interni.

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Collegato Ambientale: ecco le novità in vigore da febbraio 2016

Collegato Ambientale: ecco le novità in vigore da febbraio 2016

Dal piano di tutela delle acque agli incentivi per i programmi di mobilità sostenibile; dalle norme su raffinerie e centrali termiche fino agli acquisti “verdi” da parte delle pubbliche amministrazioni. Il Collegato Ambientale finito in Gazzetta Ufficiale ieri con la legge n. 221 del 28 dicembre 2015 contiene un florilegio di norme che toccano a più livelli l’ambiente e che entreranno in vigore il prossimo 2 febbraio 2016.

La norma che riguarda il maggior numero di individui è quello relativo alle sanzioni per l’abbandono di rifiuti di “piccole e piccolissime dimensioni”. Mozziconi di sigaretta, fazzolettini di carta e scontrini (solo per citare i più comuni) non dovranno più essere gettati per terra: in primo luogo per un discorso di educazione civica (che dovrebbe valere a prescindere da ogni altro discorso) ma anche per le sanzioni cui potranno incorrere i trasgressori (da 30 a 150 euro).

Tra le misure più importanti nel Collegato Ambientale vi sono quelle che incentivano, rendendoli quasi obbligatori, gli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni. Nei criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (art. 83 del Codice degli Appalti – d.lgs. n. 163/2006), per esempio, viene inserito il possesso del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea (Ecolabel UE). Inoltre la garanzia da versare alla stazione appaltante viene ridotta del 30% se l’impresa che partecipa alla gara possiede una certificazione EMAS o UNI EN ISO 14001.

Ma le novità della legge n. 221/2015 non finiscono qui. Spunta una proroga al 31 dicembre 2016 entro la quale le Regioni devono presentare il Piano di tutela delle acque secondo quanto stabilito dal Codice dell’Ambiente (d.lgs. n. 152/2006). Sempre sul tema delle acque, viene data la facoltà ai sindaci dei Comuni di italiani di consentire lo scarico in pubblica fognatura delle acque reflue di vegetazione provenienti dai frantoi oleari nel caso non si ravvisino criticità particolari.

Corposi i finanziamenti per programmi di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavori estesi alle iniziative degli enti locali e degli ambiti territoriali con oltre 100mila abitanti. Il Ministero dell’ambiente potrà distribuire 35 milioni di euro per sostenere attività di car sharing, car pooling, bike sharing e per il potenziamento di ciclovie e piste ciclabili sulla tratta Bologna Verona (su Vie verdi e velorail approfondisci con l’articolo pubblicato sulla rivista L’Ufficio Tecnico).

Novità anche per le raffinerie e le centrali termiche di potenza sopra 300 MW. Nell’ambito della VIA, l’ISS può prevedere la realizzazione di una valutazione di tipo sanitario. Sempre in materia di valutazione di impatto ambientale, il Collegato Ambientale modifica il Codice dell’Ambiente per quanto riguarda lo scarico in mare delle acque da ricerca di idrocarburi e da movimentazione dei fondali marini per la posa di condotte e cavi. In sostanza, da febbraio 2016, se per tali attività occorre la VIA, l’autorizzazione allo scarico può essere fornito dalla stessa autorità che ha rilasciato il documento di valutazione.

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Green Economy 2.0

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copertina amianto Collegato Ambientale: ecco le novità in vigore da febbraio 2016

Amianto: Guida pratica per la gestione dei manufatti

M.C. Di Cosimo , 2015, Maggioli Editore

La presenza di amianto o di materiale contenente fibre di amianto sul territorio, a causa del massiccio impiego che ne è stato fatto nel secolo scorso, costituisce una problematica storica di particolare rilievo visto il prezzo che è stato pagato in termini di vite umane…

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MIUR: laureati in Architettura, mai più esami di Stato da Ingegnere

Speciale-Architetti-Geometri

Il MIUR ha chiarito definitivamente che i laureati in architettura del vecchio ordinamento non possono accedere all’esame di Stato per Ingegneri.

L’ha stabilito in una nota in cui ha chiarito la corretta interpretazione della norma. L’intervento era stato sollecitato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri che da tempo aveva registrato un crescente numero di richieste di accesso agli Ordini Provinciali da parte di laureati in architettura, regolarmente respinte. Il CNI ringrazia per la pronta risposta il Ministro Giannini.

L’accesso agli esami di stato per l’iscrizione all’Albo degli Ingegneri non è possibile per i possessori di diploma di laurea in Architettura del vecchio ordinamento. Lo ha chiarito, in via definitiva, una nota del Miur (Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca) che ha risposto ad una specifica richiesta del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sottoposta al Ministro Stefania Giannini in occasione di un recente incontro.

Il CNI, infatti, a causa di una errata interpretazione di una precedente nota dello stesso MIUR n.2100 del 6 giugno 2012, aveva segnalato al Ministro come gli Ordini Provinciali degli Ingegneri ricevessero numerose richieste di iscrizione da parte dei laureati in Architettura del vecchio ordinamento, illegittimamente ammessi dalle università a sostenere l’esame di stato.

Richieste peraltro regolarmente respinte. Per questo motivo il CNI, attraverso il Presidente Armando Zambrano, aveva chiesto al Ministro di fornire la corretta interpretazione della norma. Nello specifico, il Miur ha chiarito come l’art.47 del DPR n.328/2001 indichi come valida per l’ammissione alla sezione A dell’esame di stato per gli ingegneri la sola classe di laurea specialistica 4/S – Architettura e Ingegneria Edile, mentre in esso non si fa menzione del diploma di laurea in Architettura del vecchio ordinamento. La nota del Miur, quindi, ha concluso quanto segue:

«L’accesso agli esami di stato per la sezione A dell’albo degli Ingegneri non è possibile per i possessori del diploma di laurea in Architettura, ma soltanto a coloro che hanno conseguito un titolo della classe 4/S e un titolo ad essa equiparato dell’attuale classe di laurea magistrale LM4- Architettura e Ingegneria Edile-Architettura.»

In seguito alle precisazioni del Miur, dunque, le università non possono più ammettere a sostenere l’esame di stato i laureati in architettura del vecchio ordinamento.

“Ringrazio vivamente il Ministro Giannini e il Capo Dipartimento del Miur Prof. Marco Mancini che l’ha firmata – ha affermato Zambrano – per avere provveduto ad emanare prontamente questa circolare che pone fine ad un equivoco increscioso. Ora sarà necessario verificare che le università applichino correttamente la normativa, coerentemente con quanto stabilito dal Miur”.

“Nelle prossime settimane – ha proseguito Zambrano – il CNI avvierà un’iniziativa per sensibilizzare gli uffici degli esami di stato presso le università affinché prendano atto della circolare ministeriale e respingano le eventuali richieste dei laureati in architettura del vecchio ordinamento per accedere agli esami di abilitazione alla professione di ingegnere”.

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Acquisto e lavori box auto: quale regime di IVA agevolata?

Acquisto e lavori box auto: quale regime di IVA agevolata?

Torniamo ad occuparci del regime di IVA agevolata applicabile nel settore dell’edilizia, focalizzando la nostra attenzione ai posti auto. Spesso giungono in Redazione richieste di chiarimento su quale aliquota applicare, per cui abbiamo girato la domanda a Lisa De Simone, la nostra esperta che ha curato l’ebook sulla applicazione dell’IVA agevolata in edilizia.

Uno dei quesiti riguarda l’acquisto contemporaneo di due box auto direttamente dal costruttore. Successivamente, essendo i due posti contigui, si procede a lavoro per unificarli. Quale aliquota IVA è applicabile a questo genere di operazione?

“Nel caso delle pertinenze”, spiega De Simone, “è ammessa l’agevolazione prima casa per una sola pertinenza per ciascuna categoria (C/2, C/6 o C/7, ossia solai, cantine, box, posti auto)”. Quindi, se oltre all’appartamento si acquistano due box solo uno di questi può godere del beneficio. Per poter ottenere l’IVA al 4% sull’acquisto è necessario che il costruttore provveda all’unificazione dei locali, sia fisicamente che catastalmente, prima della vendita.

Un altro quesito interessante riguarda l’acquisto di un box auto da un costruttore che ha fatto lavori di ristrutturazione per trasformare un locale garage in 23 box. In questo caso, ci si chiede, si ha diritto alle detrazioni per ristrutturazione (il bonus fiscale del 50% per il recupero edilizio) o solo all’IVA al 4% per l’acquisto della pertinenza?

Anche in questo caso la spiegazione di Lisa De Simone è chiarissima: “L’acquisto di un box di pertinenza dell’abitazione principale consente di usufruire dell’IVA al 4% in tutti i casi in cui non si possiedano altri box”.

Ma si può sfruttare anche la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni recentemente prorogata fino al 31 dicembre 2016 con la Manovra finanziaria? “La risposta è negativa”, ci dice De Simone. “Non si tratta infatti di nuova costruzione né di interventi di restauro e risanamento conservativo che ricadono tra quelli che godono dell’agevolazione e per i quali è previsto il pagamento di oneri concessori, non essendoci stato neppure cambio di destinazione d’uso del locale. La semplice suddivisione degli spazi interni tramite la realizzazione di nuovi muri, infatti, ricade tra gli interventi di manutenzione straordinaria”.

copertina iva Acquisto e lavori box auto: quale regime di IVA agevolata?

Iva in edilizia: come applicarla

Lisa De Simone , 2014, Maggioli Editore

Questo ebook affronta in modo operativo le problematiche relative alla gestione dell’IVA nel mondo dell’edilizia e degli immobili,Oltre al commento delle singole fattispecie è presente, per maggiore supporto pratico, una sezione di casi risolti. L’esposizione viene…

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Comfort abitativo e qualità energetica degli edifici: il gioco di squadra del “gruppo” MIRTEC Team Solution

Anche tra aziende diverse e con diverse storie, dimensioni e culture, il gioco di squadra può dare risultati eccellenti.

MIRTEC Team Solutions, gruppo di lavoro costituito da cinque aziende ognuna leader nel proprio settore, Internorm, Maico Italia, Riwega, Testo e Caparol, ha organizzato all’interno di Made EXPO 2015 il Seminario tecnico Come garantire Comfort abitativo e qualità energetica degli edifici.

Comfort abitativo e ridotto consumo energetico sono due aspetti fondamentali di un edificio di qualità che richiedono un approccio sinergico in fase di progettazione e realizzazione. Partendo quindi dalle impostazioni fondamentali e dalle problematiche costruttive di cantiere, nel convegno sono state analizzate le principali tecniche e tecnologie disponibili sul mercato per ottenere abitazioni con un alto comfort e un basso fabbisogno energetico operando sulle nuove costruzioni ma anche sul parco edilizio esistente. Un recupero degli edifici italiani oggi poco efficienti, che sono ancora in numero preponderante. Sono state presentate quindi anche le peculiarità dei due sistemi di certificazione che operano in tal senso: CasaClima e Passivhaus.

Il programma è stato ricco di interventi di specialisti  sia dei prestigiosi Enti di certificazione come l’Agenzia CasaClima di Bolzano e l’Istituto Zephir Passivhaus Italia, che delle imprese del gruppo MIRTEC.

Internorm, partner dell’iniziativa, ha proposto al convegno il tema Finestre: i nuovi standard tecnologici e prestazionali, illustrando gli standard energetici e innovative  tecnologie applicate alle finestre del nuovo millennio.

Grande l’afflusso e l’interesse da parte del pubblico che ha assistito ai seminari nelle città di Bergamo, Milano, Genova, Bologna, Roma e Padova ed ad alcuni collegamenti webinar. Gli incontri, tutti a titolo gratuito, sono un’opportunità formativa per i professionisti: ingegneri, architetti, periti, geometri, così come per gli addetti ai lavori: costruttori edili ed impiantisti.

Questo tipo di iniziative è molto importante in un mercato edile che offre ancora un grandissimo potenziale inespresso nella riqualificazione dell’esistente. L’impegno comune di diverse aziende nel progettare soluzioni tecnologiche rivolte alla ristrutturazione e nel  diffondere informazioni su tali soluzioni sono un passo importante per incoraggiare il mondo delle costruzioni ad offrire tecniche sempre più aggiornate ai propri clienti.

È il modo più efficace di azionare un vero e proprio “volano” di sviluppo verso un mercato tutto da soddisfare.

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Previsioni Mercato immobiliare 2016: stop alla discesa dei prezzi

Previsioni Mercato immobiliare 2016: stop alla discesa dei prezzi

Stop al calo dei prezzi degli immobili e aumento del numero delle transazioni: questa la fotografia che cerca di cogliere l’andamento futuro del mercato immobiliare 2016 in Italia. “La crisi si sta avviando vero una fase caratterizzata dalla stabilità dei prezzi delle case”, afferma convinta Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, commentando i dati che arrivano dalle agenzie diffuse sul territorio.

Miglioramenti dei prezzi di compravendita si registrano a Bari, Bologna, Genova, Napoli, Roma e Torino. Previsioni stabili per le altre grandi città oggetto del rilevamento: Firenze, Milano, Palermo e Verona. Le previsioni immobiliari 2016 per il mercato italiano si giovano di una moderata ma costante crescita di fiducia dei consumatori e dall’accresciuto desiderio di acquistare casa da parte dei nostri connazionali.

Per i prezzi immobiliari, continua la responsabile dell’Ufficio Studi Tecnocasa, ci aspettiamo una contrazione per il 2016 compresa tra -2% e 0% mentre le compravendite potrebbero attestarsi intorno a 460-470 mila (500mila per l’associazione nazionale dei costruttori edili).

Sulla stessa lunghezza d’onda anche i costruttori dell’ANCE che per il 2016 prevedono un incremento delle compravendite immobiliare del 13,5%. La previsione è stata fatta sulla base del buon risultato registrato nel 2015, quando la crescita delle transazioni si è fermata a un +5,3% grazie anche all’ottima performance del mercato durante il trimestre luglio-settembre che ha mostrato un +10,8% su base annua.

La ripresa è sostenuta anche dall’atteggiamento meno rigido delle banche: “Le prospettive del settore mutui per il 2016 si mantengono quanto mai positive, commenta Roberto Anedda, direttore marketing di Segugio.it e MutuiOnline.it, dato che il costo del denaro è ai minimi ed appare destinato a restarvi ancora per molti mesi. Le offerte mutui di gennaio 2016 confermano l’interesse delle banche ad erogare mutui, con tassi tuttora ai minimi assoluti a partire dall’1,1% per i tassi variabili e dal 2,2% per i fissi”.

Ancora una volta la qualità abitativa sarà premiante, assicura Megliola, con una migliore tenuta delle abitazioni in buono stato e delle soluzioni signorili. Per queste ultime se situate in zone di pregio, si potrebbe addirittura prevedere un rialzo leggero delle quotazioni. Si potranno avere ancora difficoltà per gli immobili di bassa qualità, che oggi stentano ad essere venduti se non dopo importanti ribassi dei prezzi.

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Oggi una valutazione deve essere impostata su criteri scientifici di stima. Questo manuale di valutazione immobiliare affronta nello specifico il metodo del confronto di mercato.

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Ecobonus 2016: cessione ai fornitori e novità per gli incapienti (e i tecnici)

Ecobonus 2016: cessione ai fornitori e novità per gli incapienti (e i tecnici)

La detrazione fiscale del 65% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione e risparmio energetico degli edifici si arricchisce di nuovi interessanti capitoli, introdotti dalla Legge di Stabilità 2016 che ha prorogato fino al 31 dicembre 2016 l’agevolazione IRPEF e IRES (sul tema consulta la nostra sintetica guida operativa sulla casa 2016 e il dossier speciale sull’Ecobonus 2016).

La novità principale riguarda l’opzione di cedere il bonus del 65% alle ditte fornitrici dei lavori di riqualificazione energetica. Vediamo di definire meglio questo aspetto: in pratica, per tutto il 2016 i lavori che rientrano tra quelli agevolabili all’interno della detrazione fiscale del 65% realizzati sulle parti comuni dei condomini potranno essere “ceduti” alle imprese e ai professionisti. Chi potrà approfittarne? La Manovra consente a pensionati, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi che risultano incapienti, anche a seguito delle detrazioni previste dall’Ecobonus, di “cedere” il rimborso a chi ha effettuato i lavori. In sostanza, per costoro, purché abitino in un condominio, si palesa l’opzione di pagare una quota dei lavori tramite questa particolare “cessione di agevolazione fiscale”.

Le modalità da seguire per sfruttare questa possibilità dovranno essere definite nel dettaglio in un prossimo futuro. Nello specifico, la Finanziaria 2016 ha fissato in 60 giorni, quindi entro il 1° marzo prossimo, il termine per l’emanazione di un provvedimento ad hoc da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate che spieghi come operare concretamente la cessione.

Tra i fornitori che potranno beneficiare di questa cessione figureranno verosimilmente anche i professionisti tecnici che hanno seguito i lavori, poiché anche le spese per la consulenza e l’istituzione della pratica da parte di un ingegnere, di un architetto o di un geometra rientrano a pieno titolo tra le spese agevolabili.

Infine, un’altra novità di rilievo, per quanto riguarda le detrazioni fiscali 2016 per il risparmio energetico, è l’inclusione nella lista degli interventi agevolabili di quelli relativi alla domotica. In particolare, la legge n. 208 del 28 dicembre 2015 stabilisce che l’Ecobonus potrà essere richiesto anche per i dispositivi multimediali di controllo da remoto degli impianti domestici di riscaldamento e climatizzazione.

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Ripartitore dei costi del calore: tecnologia e accorgimenti tecnici

Ripartitore dei costi del calore: tecnologia e accorgimenti tecnici

La prima installazione di uno strumento per misurare il calore emesso da un radiatore risale al lontano 1917, quando un edificio pubblico in Danimarca venne equipaggiato con dei ripartitori termoelettrici. Si trattava di una tecnologia pioneristica, ma che anticipava un’intensa attività di ricerca e sviluppo che portò alla comparsa del primo ripartitore elettronico negli anni ’80.

Oggi il ripartitore dei costi del calore è uno strumento di misura sofisticato con caratteristiche variabili a seconda della casa costruttrice. Se installato a regola d’arte, quantifica con precisione l’emissione termica dei radiatori, tramutandola in unità di consumo. I dispositivi moderni funzionano con due sensori, uno per la temperatura superficiale del corpo scaldante e l’altro per la temperatura ambiente, e sono dotati di un modulo radio che permette l’invio dei dati all’esterno dell’unità immobiliare. I sensori sono in grado di rilevare differenze di temperatura minime, nell’ordine dei decimi di grado.

I ripartitori di ultima generazione sono dotati di una batteria di lunga durata, di norma superiore a 10 anni. In alcuni modelli la batteria non è fissa e ciò ne consente la sua sostituzione una volta che sarà esaurita, evitando così all’utente l’onere di rimpiazzare l’intero ripartitore.

Per evitare tentativi di frode il ripartitore è anche dotato di un sigillo anti-manomissione elettronico.

Un’altra caratteristica importante per valutare se un ripartitore è in grado di misurare accuratamente l’emissione termica dei radiatori è la sua capacità di essere insensibile alle fonti esterne di calore. Il sensore posteriore, a contatto con la superficie del radiatore, ne misura la variazione di temperatura: in alcune condizioni, fonti esterne di calore come stufe, caminetti e irraggiamento solare, possono generare un apporto indipendente dal circuito di riscaldamento, aumentando la temperatura del corpo scaldante. Quando la temperatura ambiente si abbassa e il radiatore restituisce il calore all’ambiente, il ripartitore potrebbe registrare tale scambio termico come consumo energetico. Al contrario non deve avvenire alcuna registrazione, affinché l’utente non paghi per calore che non proviene dall’impianto.

La temperatura di un corpo scaldante è funzione della sua emissione termica: per ottenere il valore di consumo, il valore misurato viene ricalcolato secondo due fattori, Kq e Kc, che esprimono la potenza termica del radiatore e l’accoppiamento termico del sensore di temperatura.

Ma un preciso rilevamento della temperatura si verifica solo se il sensore posteriore del ripartitore è perfettamente accoppiato con la superficie del radiatore; ciò si ottiene tramite una piastrina metallica, di varie forme, che aderisce agli elementi o alla superficie del corpo scaldante ed è dotata di una sede per il sensore del ripartitore. Inoltre, il montaggio del supporto e del ripartitore va effettuato con la massima cura da tecnici esperti. In alcuni casi, ad esempio sui radiatori a piastra, il fissaggio a vite del supporto posteriore potrebbe risultare impossibile, pertanto si rende necessaria la saldatura della piastrina al corpo scaldante.

Anche la posizione del ripartitore sul radiatore è di fondamentale importanza: il dispositivo deve infatti poter sempre rilevare la temperatura media della superficie del radiatore. Il fissaggio sull’asse orizzontale avviene in posizione centrale, mentre la posizione raccomandata dal produttore per l’asse verticale è compresa tra il 66 e il 75% dell’altezza, a partire dal fondo del radiatore.

In presenza di ostacoli quali copricaloriferi o tendaggi pesanti, il calore ristagna con il rischio che il ripartitore registri un numero errato di unità di consumo o che la temperatura del locale si abbassi perché la valvola termostatica, percependo una temperatura maggiore, chiude l’apporto di acqua calda. In questi casi occorre usare un ripartitore di calore con sensore esterno, collegato con un sottile cavo al corpo del ripartitore.

Photo credits Brunata.it

13103 1 Ripartitore dei costi del calore: tecnologia e accorgimenti tecnici

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