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La previdenza per i professionisti tecnici: come fare per risparmiare

La previdenza per i professionisti tecnici

Professionisti tecnici: il peso dei versamenti contributivi è certamente una delle principali fonti di preoccupazione quando si decide di aprire l’attività. Inoltre, secondo i dati emersi in queste settimane ingegneri ed architetti, alle prese con la più grande crisi edilizia dal dopoguerra, hanno perso il 22% del loro reddito tra il 2005 e il 2014. Studi del CRESME e dell’Ordine di Torino relativi al 2014 affermano che tra gli iscritti all’ordine il tasso di disoccupazione è del 30%, con il reddito di ingresso che giunge a malapena agli 800 euro: farsi pagare dai committenti è ormai un problema, con i tempi medi di attesa che ammontano a 217 giorni se il cliente è pubblico (172 nel caso di privati).

La professione ai tempi della crisi
E in questi casi spesso il pagamento dei contributi minimi richiesti da Inarcassa diviene un problema: cifre non proibitive che però, sommate tutte le altre spese legate all’esercizio della professione, divengono oneri perniciosi nell’attuale situazione economica.

Tuttavia, per i professionisti tecnici che si trovano agli inizi del loro percorso professionale, le Casse professionali prevedono la possibilità di versare i contributi con aliquota ridotta, un’opportunità prevista, dal 2016, anche per gli iscritti alla gestione degli artigiani e dei commercianti, ossia, sostanzialmente, a tutti coloro che svolgono attività d’impresa.

Con riferimento a tale aspetto dell’odierno mondo del lavoro può essere utile aprire un rapido focus sulla categoria professionale di architetti ed ingegneri: tali soggetti, nel momento in cui intendono esercitare attività professionale nel loro settore (e sono iscritti al relativo Albo professionale e non sono iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria) in dipendenza di un rapporto di lavoro subordinato o comunque altra attività esercitata, sono tenuti all’iscrizione e al versamento dei contributi presso Inarcassa.

Contributi previdenziali
I contributi previdenziali da versare presso questa cassa professionale sono legati in maniera indissolubile all’esercizio della libera professione. Esistono 3 tipologie di contributi a tal riguardo: un contributo c.d. soggettivo, un contributo integrativo ed un contributo facoltativo.
Contributo soggettivo: è obbligatorio ed è calcolato in misura percentuale sul reddito professionale imponibile per l’intero anno solare di riferimento, indipendentemente dal periodo di iscrizione intervenuto nell’anno;
contributo integrativo: è obbligatorio ed è calcolato in misura percentuale sul volume di affari professionale, che va addebitato in fattura al cliente;
contributivo facoltativo: è volontario e viene calcolato in base ad una aliquota modulare applicata sul reddito.

L’obbligo di pagare i contributi soggettivo ed integrativo riguarda i professionisti che nell’anno di riferimento della comunicazione dei redditi sono stati iscritti a Inarcassa, anche se per breve periodo.

Sono obbligati anche i professionisti cancellati o di cui sia in corso la cancellazione che per l’anno di riferimento. Architetti e ingegneri, iscritti all’Ordine, ma che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo per le quali non è richiesta l’iscrizione all’Albo professionale sono invece tenuti a versare i contributi alla Gestione Separata INPS.

Il focus dell’esperto
Per ampliare in maniera sintetica ed immediata questo importante tema per tutti i professionisti tecnici Ediltecnico suggerisce il pratico e-book Regime forfetario dei professionisti tecnici dopo la Legge di Stabilità, firmato dalla esperta autrice Lisa De Simone (la quale collabora da anni con Maggioli Editore, seguendo in particolare il settore edilizio dal punto di vista fiscale,e le tematiche condominiali).

La Guida si concentra nella prima parte sulle novità del regime forfetario, introdotte dalla Legge di Stabilità approvata ora dal Senato, in particolare riguardo il più elevato livello di compensi o ricavi per utilizzarlo, e l’aliquota per la tassazione separata ridotta al 5% per le nuove attività per i primi cinque anni di apertura della partita Iva, mentre nella seconda effettua un focus operativo sui regimi previdenziali delineati per ogni categoria professionale (architetti, ingegneri, geometri, imprenditori edili ed artigiani).

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Regime forfetario dei professionisti tecnici dopo la Legge di Stabilità

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